Liliana Resinovich con la sua storia ha riempito le pagine, le testate online e anche le trasmissioni televisive. La donna è scomparsa lo scorso 14 dicembre e il 5 gennaio il suo corpo è stato rinvenuto nel bosco dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni a Trieste. Ecco chi era la donna e quali novità ci sono.
Liliana Resinovich, chi era
Liliana Resinovich, 63 anni di Trieste, era una donna pensionata che conduceva una vita tranquilla. Prima la scomparsa 14 dicembre 202 e poi il ritrovamento del suo corpo il 5 gennaio del 2022 nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni.
La causa della morte è stata il soffocamento: il corpo della donna è stato ritrovato in due grandi sacchi neri e la sua testa avvolta in due sacchetti di nylon trasparenti. Su uno dei sacchi neri in cui era il corpo della donna è stata trovata un’impronta, su cui si sta indagando. L’ipotesi di suicido non è la sola anche perché è probabile che il corpo sia stato spostato.
Liliana Resinovich: news
Secondo le ultime notizie che emergono dall’indagini, su uno dei sacchi neri in cui era il corpo della donna è stata trovata un’impronta, e si sta cercando di capire di chi possa essere. Inoltre, si ipotizza, vista l’assenza di tracce di animali sui sacchetti e sulla salma, che il corpo sia stato nascosto in un luogo chiuso e asciutto prima di essere trasportato nel bosco di San Giovanni. Il programma investigativo di “Chi l’ha visto?” sta indagando su un sottoscala della casa dei genitori di Liliana. Secondo il programma di Rai3 probabile che il corpo sia stato nascosto in un luogo asciutto e pare che gli inquirenti non sarebbero mai stato in quel luogo.
Dall’esame tossicologico è risultato che Liliana Resinovich non abbia assunto “sostanze xenobiotiche, droghe e farmaci, che possano aver cagionato il decesso”. Sul corpo di Liliana Resinovich sono state trovate tracce di caffeina e teobromina, uvette, sostanze appartenenti al complesso della vitamina 86, un’aspirina e una tachipirina “ritrovate solo nelle urine”. Inoltre l‘autopsia aveva stabilito che la donna era morta per scompenso cardiaco acuto e sul corpo non erano stati rilevati “traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso”.
Tuttavia resta sempre aperta l’ipotesi del suicidio. Sul cordino è stato ritrovato molto Dna appartenente a Liliana, oltre che tracce di Dna maschile. Per questo gli inquirenti hanno chiesto al marito della donna di sottoporsi al test di Dna. Rimane un mistero e non è così scontato come prima che possa trattarsi di suicidio. Infatti, si indaga sul gomitolo che il marito di Liliana, Sebastiano Visentin, ha consegnato alla polizia: potrebbe essere dello stesso tipo di quello ritrovato vicino al corpo della donna.
Liliana Resinovich: amante
Liliana Resinovich la mattina della sua scomparsa aveva appuntamento con un suo grande amico, l’82enne Claudio Sterpin. Sembra che fra i due ci fosse una relazione. Sembra proprio che la donna avesse una relazione extraconiugale. I due avrebbero dovuto trascorrere insieme il weekend successivo alla scomparsa di lei.
Richiesti anche ulteriori esami per capire come la donna sia arrivata nel boschetto. Gli esami botanici chiariranno se e come la donna si sia mossa. Se sulla suola zigrinata delle scarpe della donna non si dovessero trovare frammenti di terriccio, secondo gli investigatori, vorrebbe dire che il corpo è stato trasportato in un secondo momento. Se la donna il 14 dicembre scorso avesse raggiunto da sola il luogo del ritrovamento, dovrebbe per forza esserne rimasta traccia sulle suole.
Il miglio amico è convinto che non si possa trattare di suicidio come ha raccontato in un’intervista: “Ognuno ha le sue certezze ma io sono convintissimo che non poteva suicidarsi perché aveva un avvenire diverso rispetto a prima. Lo dico il primo giorno – ha continuato il signor Sterpin – e continuerò a dirlo fino in punto di morte anche se verrà provato, ‘impossibilmente’ però, il contrario”.
Il marito è colpevole?
Il marito della donna scomparsa è il 72enne Sebastiano Visentin, ex fotografo ormai in pensione e ha un laboratorio dove affila le lame. L’uomo sarà sottoposto all’esame di Dna ma solo per chiarimenti anche perché le indagini vanno verso l’ipotesi di suicidio. Anche se in un’intervista al Corriere, l’uomo ha dichiarato di non credere a questa ipotesi: “Ci sono troppe domande che non tornano. Non ritengo possibile che Lilly da un momento all’altro abbia deciso di farla finita in quel modo. Ma non penso neanche che qualcuno le abbia fatto del male. Siamo sempre lì. Se una persona vuole togliersi la vita a Trieste può farlo in altri mille modi, ci sono decine di ponti da cui buttarsi. Non credo che lei sia stata capace di organizzare un piano così dettagliato ma penso anche che nessuno avesse interesse a ucciderla”.
Figlia morta
Sebastiano Visintin, da una passata relazione, aveva avuto una figlia, morta nel 2010 e anche un altro figlio Piergiorgio Visintin.