“No a Italia Viva. No a fare entrare candidati camuffati in altre liste. Perché altrove, perfino a Genova, Italia Viva sostiene la destra”. Lo dice chiaro e tondo Ferruccio Sansa, capogruppo della Lista Sansa nel Consiglio regionale della Liguria, il suo secco “no” all’ingresso di Italia Viva nella coalizione tra centrosinistra e M5S a sostegno del candidato Andrea Orlando.
“Soprattutto perché vuole cose diverse da noi sulla sanità, la legalità, la Costituzione, l’ambiente e lo sviluppo economico. Perché ha idee diverse da noi sul ruolo delle istituzioni, sul rapporto tra la politica e chi la finanzia”, aggiunge Sansa, “I cittadini non vogliono ammucchiate elettorali, ce lo chiedono in tutti i modi con centinaia, migliaia di messaggi – conclude -. Premieranno una proposta seria e coerente. Abbiamo il dovere di ascoltarli”.
Una voce forte, quella di Sansa (che per anni ha denunciato inascoltato il sistema di potere instaurato da Giovanni Toti in Liguria), che si aggiunge ai paletti posti domenica dal Movimento, quando, per bocca del senatore Luca Pirondini ha dato il via libera alla candidatura dell’ex ministro Pd, ma a patto che Renzi & Soci rimanessero fuori dalla coalizione.
Probabilmente la quadratura del cerchio sarà trovata con Italia Viva che farà una lista a sé, esterna alla coalizione, ma in sostegno di Orlando. Anche perché il nodo della presenza dei renziani nella giunta guidata da Marco Bucci a Genova è tutt’altro che risolto.
I renziani restano nella giunta Bucci
Come ha detto lo stesso Bucci ieri. “Ora come ora Renzi non è nella giunta – ha detto -, le persone che sono dentro la giunta hanno detto chiaro e tondo che non escono, poi saranno loro a decidere. Io lascio libertà a tutti”. “Ognuno deve fare quello che ritiene opportuno”, ha aggiunto, “Dopodiché prenderò le mie decisioni in funzione di chi rimane. E così mi auguro che si vada a votare per chi ha il programma migliore, non per chi parla di più”.
Centrodestra spaccato sul dopo-Toti
Ma, se il centrosinistra piange per la questione Renzi, il centrodestra alle prese con la ricerca di un candidato, certo non ride. Anzi, si lacera. Anche se Bucci ha cercato di minimizzare: “La campagna elettorale è come l’America’s Cup. C’è il challenger è il primo che deve farsi vedere, poi c’è il defender che lavora per ultimo. Noi siamo il defender, quelli che hanno già vinto e che abbiamo la coppa in casa, quindi siamo gli ultimi a doverci dichiarare. Ma il candidato arriva, arriva. È anche bello che ci sia un dibattito nel centrodestra, un dibattito positivo, quindi va bene così e si va avanti”.
Il leghista Piana: “Non siamo in altomare”. Ma il candidato non c’è
“Non siamo in alto mare. Il centrodestra per fortuna ha tantissimi elementi validi, tantissimi profili non soltanto vincenti in campagna elettorale ma che ci consentono di governare bene la Liguria come è stato fatto negli anni precedenti. Dobbiamo trovare una sintesi tra partiti per andare ad individuare quelli che possono essere i profili di maggior garanzia”, ha rimarcato il presidente facente funzioni della Regione Liguria Alessandro Piana, sottolineando come, di fatto, il candidato ancora non ci sia.
Il veto sulla totiana Ilaria Cavo
In realtà, il “bel dibattito” del centrodestra si caratterizza soprattutto per una serie di veti incrociati e siluramenti (anche se nessun partito del centrodestra vuole intestarsi una probabile sconfitta). Come quello avvenuto dallo stesso Bucci e dal viceministro Edoardo Rixi nei confronti della totiana Ilaria Cavo.
“Oggi serve un candidato condiviso che vada nel solco della giunta uscente rispetto a sviluppo economico e rilancio del territorio. Mi spiace siano uscite indiscrezioni su miei pronunciamenti negativi sulla figura di Ilaria Cavo: non è così”, ha detto ieri Rixi. Cavo “è un’ottima deputata – ha aggiunto – ed è stata un bravissimo assessore nella giunta di Giovanni. Detto ciò le scelte vanno condivise, altrimenti si creano malintesi a livello territoriale che rischiano di indebolire l’alleanza”. Tradotto: niente Cavo.
Rixi dice no alla candidatura, ma…
E circa una sua eventuale corsa, il viceministro tergiversa, ma lasciandosi una porta aperta: “Nei sondaggi si fanno i nomi di tante persone. Ne faccio un discorso di opportunità per il nostro territorio. Oggi sono l’unico membro di governo che ha la Liguria a Roma. Siccome buona parte degli investimenti passano per il livello centrale, non avere un presidio forte è sempre stato un problema, anche quando governavano altri schieramenti”.
Ma, “detto questo – ha proseguito – ognuno contribuisce a modo suo per la propria regione. Io sono abituato quando prendo delle cose a portarle in fondo, dopodiché nella vita è possibile tutto, non posso vietare di usare il mio nome per fare i sondaggi”. E a chi domandava se il governo gli chiedesse un “sacrificio” per il bene della Liguria, ha risposto: “Coi se e coi ma non si fa la politica”.