Dopo tentennamenti, ritardi, ripensamenti, e con una base elettorale in subbuglio per il ritardo inspiegabilmente accumulato, sembra che l’investitura di Andrea Orlando a candidato presidente della Regione Liguria sia ormai imminente.
A sbloccare l’autodistruttiva impasse una riunione tra gli scerpa del Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle tenutasi mercoledì sera. All’incontro, oltre ai referenti territoriali dei due partiti, era presente anche lo stesso Orlando. Secondo fonti parlamentari del Pd, i Cinque Stelle avrebbero dato la propria disponibilità a sostenere Orlando e ieri dal Movimento è filtrato un cauto ottimismo sulla possibile convergenza. L’ufficialità dovrebbe arrivare dopo un incontro tra Elly Schlein e Giuseppe Conte ancora da stabilirsi, ma comunque imminente.
M5s pronto al passo indietro su Pirondini
Nelle more delle trattative – che gli stessi elettori e quadri del Pd ligure avevano aspramente criticato in una lettera indirizzata alla Segreteria – M5s aveva proposto la candidatura di Luca Pirondini. Una mossa più che altro dimostrativa, visto che lo stesso Pirondini aveva spiegato di non essere in campo “contro Orlando”, ma per arricchire di possibilità il tavolo di coalizione.
Resta aperta la questione Renzi
Ma se c’è (quasi) l’accordo sul candidato, resta aperta la questione Italia Viva in coalizione. Mentre M5s è fortemente contrario all’ingresso di Renzi & Soci, il Pd resta possibilista. “Non è possibile stare nel centrosinistra se a Genova fai parte della giunta di centrodestra, come nel caso di Italia Viva. Ergo. Renzi deve uscire dalla giunta, e deve farlo prima di sedersi al tavolo del centrosinistra. Non solo”, aveva dichiarato ieri Sergio Cofferati, ex segretario Cgil, già europarlamentare Pd, aspirante candidato alla presidente della Regione Liguria nel 2014, il quale ha anche ricordato cosa disse Renzi di Orlando lo scorso 1° giugno a Genova: “Se si candida Orlando, Toti rischia di vincere anche dai domiciliari”.
Italia Viva ribadisce il suo appoggio al sindaco Bucci
Dal canto suo Iv non sembra assolutamente intenzionata a mollare la giunta di Marco Bucci, come ha ribadito ieri Mauro Avvenente, assessore renziano della giunta di centrodestra di Genova. “Noi due anni e mezzo fa facemmo una scelta, una scelta che anche allora fu molto dibattuta, ma una scelta di stare dalla parte del sindaco del fare che aveva dimostrato e sta ancora dimostrando la trasformazione di questa città. E a due anni e mezzo di distanza abbiamo ritenuto di confermare agli eletti all’interno di Vince Genova la nostra fiducia al sindaco Marco Bucci e tutto l’appoggio alla sua giunta. E così continueremo”.
Sulle regionali ha aggiunto: “Poi vedremo che cosa succederà, si sta ancora discutendo sulla questione dei candidati. Quindi è un po’ prematuro prendere posizione, però ribadisco: il nostro appoggio al sindaco Marco Bucci e alla sua politica di realizzazione di infrastrutture per il rilancio della città di Genova che guarda all’Europa, che guarda al mondo, è totale e assoluta” ha concluso.
Intanto il centrodestra lancia la totiana Cavo
Dall’altra parte della barricata, invece, sembra quasi fatta la candidatura della totiana Ilaria Cavo, di Noi Moderati, dopo il via libera ricevuto due giorni fa da Fratelli d’Italia. Giornalista televisiva (casa Mediaset, ça va sans dire), moderata, parlamentare, sfiorata dall’inchiesta (ma mai indagata e ritenuta del tutto estranea ai fatti), viene considerata il nome giusto per l’imminente – quanto breve – campagna elettorale.
A favore della Cavo gioca anche il fatto che, nel caso di sconfitta del centrodestra (sebbene il centrosinistra, in vantaggio nei sondaggi, stia facendo di tutto per perdere), la responsabilità non ricadrebbe su alcuno dei principali partiti della maggioranza di governo. In caso di vittoria, invece, sarebbe la vittoria di tutta la coalizione…
I transfughi della Lega aumentano
Da registrare, infine, l’abbandono polemico della Lega da parte di Gianmarco Medusei, un big del Carroccio ligure, tanto che in questa legislatura ha ricoperto il ruolo presidente del Consiglio Regionale. La sua è la seconda uscita dalla Lega in Liguria negli ultimi due giorni dopo quella del consigliere regionale Brunello Brunetto.