Dopo tanti silenzi per evitare confusioni e false dicerie, è stato ufficializzato il nome del kamikaze della strage di Manchester, Salman Abedi. La polizia ha dato la conferma dell’identità, dopo che per ore sono circolate indiscrezioni tra le testate internazionali, spiegando che il 23enne era già noto alle forze dell’ordine. “La nostra priorità è indagare per scoprire se abbia agito da solo o con il supporto di un network più ampio”, ha detto il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins.
Secondo funzionari dell’intelligence Usa il ragazzo avrebbe viaggiato da Londra a Manchester in treno. Secondo fonti del Times, Salman sarebbe tornato da poco da un viaggio in Libia. “Era partito per la Libia tre settimane fa ed era tornato di recente, da qualche giorno”, ha detto un suo amico al quotidiano britannico. Insomma, non è detto che il piano non sia stato pianificato quando Salman Abedi era in Libia.
The independent ha fornito dettagli più approfonditi sulla vita de giovane: ultimo di quattro fratelli, i suoi genitori sono originari della Libia, da dove sono fuggiti a causa del regime di Gheddafi. La famiglia, dopo qualche anno a Londra, si è poi trasferita a Fallowfield, nel sud di Manchester, lo stesso quadrante della città in cui nella mattinata la polizia ha arrestato un altro giovane di 23 anni sospettato di essere collegato all’attentato.
“Recitava preghiere islamiche ad alta voce in strada”, raccontano i vicini del presunto attentatore. Salman Abedi, scrive il Daily Mail, secondo chi lo conosceva aveva “comportamenti strani” nelle settimane precedenti l’attacco. Anche se qui le opinioni sono discordanti dato che per altri non aveva mai dato segni di instabilità, tanto da dirsi “scioccati” che Salman Abedi si sia fatto saltare in aria uccidendo 22 innocenti e ferendone altri 120.