Dal primo luglio le aziende dell’industria manifatturiera e dell’edilizia avranno la libertà di licenziare. Italia viva e la Lega hanno fatto asse per impedire che passasse la proroga del blocco dei licenziamenti per tutti i settori per altri due mesi. Il compromesso finale prevede il blocco dei licenziamenti selettivo. Il tutto ora troverà spazio in un decreto che dovrà essere approvato entro la fine del mese dal momento che il blocco scade il 30 giugno.
In pratica, ci sarà lo sblocco per i settori in ripresa, come industria manifatturiera ed edilizia, mentre lo stop con cassa covid resterà fino al 31 ottobre per i comparti genericamente legati alla moda, come tessile, calzature, pelletteria. E anche per le aziende in stato di crisi (come quelle che hanno terminato gli ammortizzatori sociali), che potranno però chiedere 13 settimane di Cigs gratuita. Secondo alcune ricostruzioni, nel corso della cabina di regia di ieri, fra le varie forze di maggioranza ci sono stati momenti di acceso confronto.
Come quando fra i componenti del governo è stato fatto un ragionamento sulla possibilità di una proroga tout court del blocco per due mesi. All’ipotesi si sarebbero detti favorevoli Andrea Orlando (Pd), Stefano Patuanelli (M5S), Roberto Speranza (Leu) e anche Renato Brunetta (FI). Ma a dire no sarebbero stati Giancarlo Giorgetti (Lega) ed Elena Bonetti (Iv). Alla fine l’hanno spuntata Salvini e Renzi e tutti hanno dovuto ripiegare sulla mediazione portata al tavolo dal ministro Orlando. La soluzione trovata sarà sottoposte alle parti sociali. Oggi il premier Mario Draghi vedrà i sindacati ai quali, già si sa, il compromesso escogitato non basta.
In arrivo novità anche su cartelle esattoriali e Cashback. La Cabina di regia si è espressa favorevolmente per l’estensione di due mesi, fino al 31 agosto (leggi l’articolo), del blocco delle cartelle esattoriali. Mentre l’operazione Cashback (leggi l’articolo) si fermerà domani, 30 giugno, con l’erogazione delle somme accumulate con i pagamenti elettronici e con il ‘superpremio’ da 1.500 euro ai maggiori utilizzatori. Viene quindi cancellata la proroga prevista per il secondo semestre dell’anno.