di Stefano Iannaccone
Un sito che richiama il ministero dell’Istruzione (Miur) con tanto di pubblicità. E condito da un link per comprare libri direttamente su Amazon. Un fatto che farebbe sobbalzare sulla sedia chiunque. Ancora di più se poi la pagina web si intitola “concorso scuola 2016, cosa studiare”, seguendo una delle ricerche più frequenti su Google. Eppure dal Miur non c’è stata reazione: l’indirizzo Internet è sempre attivo. E non c’è stata alcuna protesta ufficiale. A nulla sono servite le rimostranze dell’Associazione librai italiani (Ali), che si sente danneggiata, e la richiesta di chiarimento del capogruppo della Lega Nord al Senato, Gian Marco Centinaio. Dal ministero, presieduto dalla Stefania Giannini, nessuno ha battuto ciglio “nonostante le rassicurazioni fornite dagli uffici ministeriali”, riferisce l’interrogazione parlamentare depositata dall’esponente leghista.
COSA È SUCCESSO – Come è possibile tutto questo? L’indirizzo miuristruzione.com non è quello ufficiale del ministero, che è istruzione.it. Si tratta di una pagina “civetta”, che presenta banner pubblicitari. Non solo il colosso dell’e-commerce Amazon, ma anche quelli di altre aziende. Basta infatti cliccare per scoprire che il portale è di proprietà del network Dottor News e la responsabile della redazione è la dottoressa Ilaria Staffulani. Beninteso non c’è nulla di illecito. “Ma è un’operazione di marketing che gioca in maniera furba sul nome, usando in maniera impropria la sigla del Miur”, dice il presidente dell’Associazione librai, Alberto Galla. “Per questo – aggiunge – è necessario un intervento. Anche a tutela dell’immagine del ministero”. Il pericolo infatti è quello di ingannare gli utenti meno attenti, che in fase di ricerca danno rilievo pubblico a un sito che è stato creato da privati. E che comunque rimanda all’acquisto su Amazon dei testi per i concorsi. L’internauta, credendo di trovarsi su un canale web ufficiale, finisce per completare l’acquisto. “Noi come Ali abbiamo fatto di tutto per illustrare la situazione. Spetta alle Istituzioni dare risposte su un sito che secondo noi andrebbe chiuso”., conclude Galla
PROTESTE DELLA LEGA – Gian Marco Centinaio è comunque intenzionato a portare avanti la propria battaglia. “A prescindere dal caso specifico, io sono convinto che sia necessario tutelare le attività commerciali di quartiere, come le piccole librerie. Non è un comportamento anti-moderno, ma un approccio che vuole tutelare i posti di lavoro”, spiega a La Notizia il senatore leghista. Questa poi è “un’iniziativa commerciale che sembra utilizzare in maniera ambigua il nome del Ministero, indirizzando gli acquisti dei partecipanti, visto che non si suggerisce solo il sito, ma si può procedere direttamente all’acquisto dei testi indicati”, evidenzia l’interrogazione depositata a Palazzo Madama. Con cui viene chiesta chiarezza.
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