Sono 38.900 gli sfollati dall’inizio degli scontri armati a Tripoli. Lo scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) in un aggiornamento sulla crisi in Libia, precisando che l’Unhcr e l’Oim hanno concluso le operazioni di evacuazione di tutti i rifugiati e migranti del centro di detenzione di Qasr Bin Ghashir e che circa 3.000 rifugiati e migranti restano intrappolati in centri di detenzione situati in aree colpite dai combattimenti o in aree a rischio di conflitto armato.
“I bombardamenti indiscriminati sulle aree residenziali continuano, in violazione del diritto internazionale umanitario, con segnalazioni non confermate di vittime civili e danni materiali nella zona di Al Hadhba e nel comune di Abu Slim” riferisce una nota dell’Ocha. “I civili intrappolati nella linea del fronte – scrive ancora l’Onu – devono far fronte a mancanza d’acqua e interruzioni di corrente, a carenza di beni essenziali come cibo, acqua potabile, medicine e carburante. Scontri armati, bombardamenti casuali, posti di blocco ed esplosivi posti sulle strade ostacolano la capacità di evacuare i civili e fornire gli aiuti necessari, nonché la capacità dei civili di spostarsi liberamente in zone più sicure e accedere a beni e servizi vitali”.