E poi alla cerimonia del Ventaglio prende la parola il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e rimette a posto le cose. E sono dolori, per molti. A cominciare dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, reduce dall’infausta uscita sul giornalista de La Stampa, Andrea Joly, ripreso dalla seconda carica dello Stato per non essersi qualificato come cronista.
“Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti”, la stilettata di Mattarella nello stesso giorno dei richiami dell’Ue nel rapporto sullo Stato di diritto. “Ma l’informazione – prosegue Mattarella – è esattamente questo. Documentazione dell’esistente, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni”.
Per Mattarella ogni limitazione della libertà di informazione “è un atto eversivo”
E ha quindi aggiunto: “Per citare ancora una volta Tocqueville, ‘democrazia è il potere di un popolo informato’. Ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”.
Passando poi in rassegna i vari episodi di violenza politica, il Presidente ha rievocato anche quello subito da Franziska Giffey, ex sindaca di Berlino. E qui la seconda stilettata, diretta stavolta al partito del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini eallo strampalato progetto di legge (poi ritirato) della Lega di vietare il femminile negli atti pubblici: “Sindaca spero che si possa ancora dire”, ha detto ironico.
Il richiamo al Parlamento per l’elezione del giudice costituzionale
Buffetti a parte, Mattarella ha quindi richiamato il Parlamento “sulla lunga attesa” della Corte Costituzionale per il suo 15° giudice. “Si tratta di un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio quella istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia. Non so come queste mie parole saranno definite: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”, ha detto col suo tono pacato ma fermissimo.
L’appello per migliorare le condizioni dei detenuti
Infine, una riflessione sulla situazione carceraria: “Non ho bisogno di spendere grandi parole di principio: basta ricordare le decine di suicidi – decine di suicidi – in poco più dei sei mesi, in quest’anno” ha sottolineato il Presidente, secondo cui “il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza. Non va trasformato, in questo modo, in palestra criminale. Vi sono, in atto, alcune, proficue e importanti, attività di recupero attraverso il lavoro. Dimostrano che, in molti casi, è possibile un diverso modello carcerario. È un dovere perseguirlo. Subito, ovunque”.