Gianluigi Paragone non ama i giri di parole. E non le manda a dire a Giovanni Minoli che si era anche autocandidato per un posto a Viale Mazzini, senza successo. E che dopo il voto parlamentare sulle nomine nel cda Rai c’è andato giù pensante: “Altro che cambiamento, è tutto uguale a prima”, ha detto l’ex direttore di Rai2, Rai3 e molto altro ancora. “Non è che perché Minoli non entra nel cda allora c’è la lottizzazione”, replica Paragone.
Però anche il presidente della Camera Fico dice che è sbagliato che il Governo nomini due consiglieri e l’amministratore delegato.
“Questo Consiglio di amministrazione nasce sulla base di una legge preesistente che non è del Movimento 5 Stelle che ha un suo progetto inserito nel programma”.
Ma la lottizzazione in Rai esiste o no?
“Da giornalista ho pagato con un contratto da dirigente le mie denunce sulla Rai. Detto questo oggi è finita la stagione dei partiti e con essa un certo tipo di lottizzazione, quella di ‘una rete a me, una rete a te, una ad un altro’. In epoca più recente ha preso tutto chi ha vinto le elezioni: Renzi, tanto per essere chiari, aveva pieno controllo sulla Rai. Eppure ha perso perché è come se si fosse prodotto un effetto al contrario, quasi di nausea. Questo dovrebbe insegnare qualcosa a tutti”.
Ma come realizzare il ‘cambiamento’ in Rai?
“Invece di pensare di controllare le nomine, bisogna porsi il problema di come controllare i processi industriali, in modo che la Rai si misuri non con il ‘Palazzo’, ma con gli altri colossi televisivi. E questo vuol dire concentrarsi sulla raccolta pubblicitaria, sull’aggiornamento del personale rispetto alle multipiattaforme, smettere di prendere i prodotti dall’esterno e riportare questa produzione all’interno dell’azienda”.
Sembra di capire che la Rai dovrebbe mettersi in condizione di essere competitiva con altre aziende, a partire da quelle di Berlusconi. Lei ha criticato le opposizioni che ieri hanno scelto Alberto Barachini come presidente della Commissione di Vigilanza.
“Il motivo di quella mia dichiarazione è tutta in ciò che ho appena detto sul futuro della Rai. Non ho ovviamente nulla di personale contro Barachini. Ma si è scelto per questo incarico di garanzia un ex uomo Mediaset, quando è indubbio che Rai e Mediaset giocano partite diverse”.