Chi è Lia Levi, la scrittrice superstite dell’Olocausto ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno nella puntata di giovedì 6 ottobre?
Lia Levi, chi è? È parente di Primo Levi? Età, biografia, carriera, libri
Nata a Pisa in una famiglia ebrea, Lia Levi è una giornalista e scrittrice che è sopravvissuta all’Olocausto. Negli anni Quaranta del secolo scorso, la sua famiglia si trasferì a Roma da Torino. Nel corso della sua infanzia, ha dovuto affrontare le persecuzioni raziali riuscendo a fuggire nel 1943. Si nascose, infatti, nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry insieme alle sue sorelle.
L’esperienza vissuta si trova alla base dei suoi romanzi di cui il più famoso è certamente Una bambina e basta. “Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza… ora saprai tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina”, si legge nel libro.
La scrittrice ha fondato Shalom nel 1967, un mensile incentrato sulla cultura e sulla storia ebraica, diretto attualmente dal suo compagno di vita Luciano Tas.
In un’intervista rilasciata a mosaico-cem.it, Levi ha spiegato cosa voglia dire essere ebrei oggi: “Prima di tutto bisogna distinguere tra osservanti e no. L’osservante ha una vita tracciata da seguire, è più semplice. L’ebreo laico deve invece fare conti con se stesso, rapportarsi con i principi dell’ebraismo sapendo che lo farà per una via più personalizzata, più difficile, perché si tratta di trovare un equilibrio. Come diceva Kafka, l’ebreo della modernità è come un animale che ha quattro zampe, due nel passato e due nella contemporaneità; un animale che si dibatte in un continuo dilemma. In un certo senso è un po’ così. È impegnativo essere ebrei, ma è anche molto bello. L’ebreo è un uomo sempre in bilico, ma è anche l’uomo della modernità. Ne vale la pena”.
Vita privata, marito e figli della scrittrice superstite dell’Olocausto
Per quanto riguarda la sua vita privata, Lia Levi è stta legata al giornalista e intellettuale Luciano Tas, scomparso nel 2014.
A proposito del marito e del suo ruolo a Shalom, ha raccontato: “Con Luciano c’eravamo incrociati, sia pure di sfuggita, ai campeggi ebraici. Lui era più grande di me di circa sei anni, per cui mi ricordo solo questo ragazzo, più strutturato di me che aveva appena preso la maturità. Lui lavorava e già sembrava tagliato per fare la politica, con la nomea di essere un comunista. Ricordo che aveva già l’aria del leader – e ha aggiunto –. Commentò che il giornale era professionale, nello stile e nel taglio, e dopo pochi numeri ci inviò un articolo. Poi gli chiedemmo di entrare in redazione. Io dirigevo il giornale, ma credo che un direttore debba essere un regista, e i suoi collaboratori gli attori. Cosicché a Luciano lasciai la cura delle pagine di politica. In breve divenne l’autore che scriveva più di tutti. Al punto che di fatto alcuni consideravano lui il direttore, perché cosa vuole, i pregiudizi erano ancora tanti e alle donne non si riconosceva un ruolo rappresentativo. Comunque, lavorando in direzione finì che ci frequentammo regolarmente, e alla fine ci sposammo”.