L’ex Ilva finirà nelle mani degli azeri

L'offerta ritenuta migliore per il rilancio dell'ex Ilva è quella della cordata azera: ora partono le negoziazioni preferenziali.

L’ex Ilva finirà nelle mani degli azeri

L’Italia punta sulla cordata azera per il rilancio dell’ex Ilva. I commissari straordinari di Acciaierie d’Italia hanno trasmesso al ministero delle Imprese e del Made in Italy una richiesta di autorizzazione per avviare una negoziazione in via preferenziale con il consorzio azero guidato da Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC. Una decisione che era stata preannunciata dal ministro Adolfo Urso nella mattinata di ieri e che è “maturata al termine di un’attenta e approfondita analisi delle offerte di rilancio pervenute”.

Ex Ilva, per il rilancio si punta sul consorzio azero

Il processo di selezione ha tenuto conto della “solidità finanziaria dei candidati”, della “sostenibilità industriale” delle proposte e dei “benefici in termini di occupazione e per le comunità locali”. Per Urso quindi sarebbe questa la “proposta migliore”. Ora bisogna attendere l’espressione del parere del comitato di sorveglianza e la delibera del Mimit. Si apre quindi il negoziato con gli azeri, che hanno prevalso sugli indiani di Jindal Steel e sul fondo americano Bedrock Industries.

Accelerare sembra necessario in un momento critico per il polo siderurgico: oltre alla crisi che riguarda gli stabilimenti dell’ex Ilva, c’è da capire come reagire di fronte ai dazi doganali del 25% annunciati da Donald Trump. Baku Steel, sostenuta dallo Stato azero, gestisce un’acciaieria con una capacità produttiva di 800mila tonnellate all’anno e si impegna a portare un rigassificatore nel porto di Taranto. I sindacati chiedono un nuovo tavolo con il governo prima dell’inizio delle trattative, anche per conoscere i dettagli dell’offerta.