Macron parla di mandare in Ucraina i soldati della Nato, Scholz dice che non manderà soldati e nemmeno missili Taurus. Ma insomma, questi europei hanno una strategia o navigano a vista?
Umberto Mille
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Gentile lettore, buona la seconda. Sono giullari di corte. Tutto ruota intorno al concetto strategico Usa secondo cui l’Europa o parte di essa è sacrificabile. Le spiego. Sappiamo per certo che russi e americani si parlano, sia su linee telefoniche dedicate sia in incontri segreti in Turchia. E sappiamo che hanno concordato una sorta di protocollo con le regole del gioco, ovvero col prezzo da pagare se si sorpassano certe linee rosse. Il Capo di Stato Maggiore Usa disse tempo fa: “I russi sanno (noti: “sanno”) che se usano l’atomica tattica in Ucraina, noi imporremmo un prezzo al loro esercito”. In pratica esiste un accordo di “rivalsa calibrata”. Per esempio, cosa accadrebbe se si verificasse un’azione molto distruttiva, tipo un attacco missilistico su Mosca o San Pietroburgo, e fosse provato che l’azione è stata condotta non da ucraini ma da militari di un Paese Nato? Con ogni probabilità l’America “accetterebbe” la distruzione da parte dei russi di una metropoli di quel Paese: Londra o Manchester, Parigi o Lione, Roma o Milano… La nozione di “rivalsa compensativa” è molto più di un’ipotesi. Il sacrificio umano di milioni di europei eviterebbe un attacco su suolo americano che gli Usa non potrebbero sventare, data l’alta tecnologia in possesso dei russi, tipo i missili ipersonici, i siluri marini atomici e molto altro. Il principio base, come dicevo, è che l’Europa è sacrificabile ma gli Usa no.
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