Letta Jr. al bivio del Quirinale Tra Mattarella bis e Draghi. Oggi la riunione della direzione e dei parlamentari dem. Al segretario sarà chiesto di blindare la legislatura

Oggi la riunione della direzione e dei parlamentari dem. Al segretario sarà chiesto di blindare la legislatura.

Letta Jr. al bivio del Quirinale Tra Mattarella bis e Draghi. Oggi la riunione della direzione e dei parlamentari dem. Al segretario sarà chiesto di blindare la legislatura

Non ha intenzione di fare nomi Enrico Letta. Il segretario del Pd, nella riunione congiunta della direzione nazionale e dei gruppi parlamentari dem sul Quirinale che si terrà oggi e che verrà trasmessa in streaming, si limiterà a ribadire la linea del Pd indicata in questi giorni. Inevitabilmente sulla riunione peserà la scelta presa dal vertice del centrodestra di ieri di indicare Silvio Berlusconi come candidato alla presidenza della Repubblica. Una scelta su cui il Nazareno a caldo ha espresso parole di “delusione per il merito” e “preoccupazione”.

NO A CAPI POLITICI
Lo ha ribadito fino a ieri Letta: “Il candidato deve essere unitario e non divisivo. Non deve essere un capo politico, ma una figura istituzionale”. La scelta ufficiale di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni al momento gela gli auspici di Letta ché nella trattativa per decidere il prossimo Capo dello Stato potesse replicarsi quel clima di unità di intenti che si è registrato per la commemorazione di David Sassoli. “In questi giorni ci aspettano scelte impegnative. Saremo determinati per il bene dell’Italia e le faremo per onorare la memoria di David Sassoli. Vorremmo che riuscissimo ad arrivare all’elezione del Presidente della Repubblica con lo stesso sorriso suo perché la buona politica torni ad essere la politica vincente”, aveva dichiarato il segretario del Pd qualche minuto prima che Salvini e Meloni candidassero il leader di Forza Italia.

PASSO DI LATO
Anche se è pur vero che la candidatura del Cavaliere potrebbe essere ritirata in un secondo step quando il centrodestra si è riservato di verificare se sul nome di Berlusconi ci sarà la certezza dei numeri. Letta ha sempre dichiarato – e lo ribadirà oggi – la sua disponibilità a sedersi al tavolo con tutti i leader dei partiti perché la scelta auspicabile è quella di un presidente che sia espressione di una larga maggioranza ma a patto che nessuno abbia la presunzione di proporre nomi. “La convergenza è obbligatoria, tutti dobbiamo metterci lo spirito giusto, in una dialettica di rispetto degli avversari. Cerchiamo – ha ammonito fino a ieri – di andare oltre le bandiere, oltre gli stendardi, facciamo scelte in cui nessuno si senta perdente o vincente, serve una personalità di alto profilo. Il nome del presidente o della presidente deve essere condiviso da tutti. Nessuno di noi può permettersi scelte totalizzanti, non c’è uno che può imporre ad altri la sua idea”. Ma se Salvini e Meloni oggi gli hanno risposto picche non è detto che domani, appunto, la situazione non possa ribaltarsi davanti al passo di lato che il leader azzurro potrebbe compiere se la verifica sui numeri non dovesse dare esito positivo.

CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI
Se invece il leader di Forza Italia dovesse ostinarsi nella sua decisione le conseguenze saranno imprevedibili. Letta non ha escluso la possibilità di disertare la quarta votazione, quella in cui non c’è più bisogno della maggioranza dei due terzi. il leader del M5S, Giuseppe Conte, non esclude il formarsi di due fronti contrapposti. Comunque sia, oggi, Letta non farà nomi come non ne ha inteso fare Conte. Alla direzione e ai parlamentari dem Letta ha intenzione di chiedere un mandato in bianco per trattare assieme alle presidenti dei gruppi Serracchiani e Malpezzi. Deputati e senatori da parte loro chiederanno l’impegno per il prosieguo della legislatura, senza elezioni anticipate. Ma alcuni di loro i nomi sono pronti a farli. I Giovani turchi, la corrente che fa capo a Matteo Orfini che ha definito Berlusconi per il Quirinale “una proposta irricevibile, irresponsabile, provocatoria”, sono pronti a proporre il bis di Mattarella. Una proposta che seduce anche Base riformista. Ma è stato lo stesso Letta a dire che un Mattarella bis sarebbe “il massimo”. Senza considerare che Pd e M5S – che hanno tutta l’intenzione di giocare assieme, dalla stessa parte, la partita sul Colle – sulla carta del Mattarella bis potrebbero convergere con facilità. “Sarebbe la soluzione migliore – ha detto Letta – ma il presidente ha più volte detto di no e bisogna essere rispettosi della sua volontà”. Rimane sullo sfondo la carta dell’attuale premier. Se spuntasse la candidatura di Mario Draghi il Pd – ritiene Letta – non potrebbe non sostenerla. E il M5S? Il segretario dem confida che anche i pentastellati non si metterebbero di traverso. Ma è tutto da verificare. Ancora troppe le variabili.