Sembra complicarsi l’ipotesi di alleanza tra il Pd e Azione in vista delle elezioni politiche di settembre. Ancora nessuna risposta dal segretario dem, Enrico Letta, mentre Carlo Calenda si è detto molto deluso dalla discussione con il Partito democratico.
Al Nazareno in troppi non si fidano del leader di Azione
“Mi sento di fare un appello accorato a tutti coloro che in queste ore hanno dubbi sul fatto di creare una larga, importante e convinta alleanza che sia in grado di battere le destre – ha detto il segretario Dem Enrico Letta – Coloro che pensano che fare un terzo polo che si mette in mezzo sia conveniente o possa essere più utile. Un terzo polo in questo momento è il modo migliore per aiutare le destre che non hanno bisogno di ulteriori aiuti”.
“Il tempo passa e credo che ne resti poco davanti – ha detto ancora Letta – Non credo che sia stato sbagliato in questi giorni discutere e prenderci qualche giorno per riflettere. Penso che nei
prossimi giorni bisogna decidere, non possiamo perdere altro tempo. Credo che l’inizio della prossima settimana sia il momento giusto per chiarirci le idee”.
Da parte sua, Carlo Calenda risponde a Letta che “quello che aiuta di sicuro la destra è una coalizione eterogenea, confusa e poco credibile”. “Cerchiamo di evitarla. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Le questioni – ha aggiunto il leader di Azione – le conosci da giorni. Stasera le abbiamo messe per iscritto con Più Europa. Aspettiamo una risposta”.
Ieri, insieme al segretario di +Europa, Benedetto della Vedova, Calenda aveva inviato una lettera al segretario Pd in cui ribadiva i punti fondamentali, già sottolineati in questi giorni e sui quali, dice Azione, non è ancora arrivata ancora risposta.
Calenda: “Siamo molto delusi dalla discussione con il Pd”
“Siamo molto delusi dalla discussione con il Pd. Abbiamo iniziato un percorso con Enrico Letta che parlava di agenda Draghi. Oggi quell’agenda è totalmente sparita” ha detto detto Calenda aò Corriere della Sera. Nella coalizione, afferma il leader di Azione, ci sono “persone che rappresentano il contrario di quello che dovremmo fare”.
E ancora: “Letta invece di far entrare Marco Bentivogli fa entrare Federico D’Incà che non ha votato la fiducia. Come si fa? Questa coalizione sta diventando una roba improponibile: ci facciamo ridere dietro. Non vinceremo mai così”.
Secondo Calenda, Letta, “dopo avergli detto 70 volte a voce quali erano le nostre condizioni, sparisce. Ci sta portando avanti da una settimana”. “Nonostante questo non chiudiamo la porta al dialogo”. Su alcuni punti il leader di Azione non sembra disposto a derogare: “Non un voto di Azione e +Europa può andare a Di Maio, Fratoianni e Bonelli. Visto che il Pd ci tiene tanto a candidarli lo facesse nel proporzionale e nella lista Democratici e progressisti”.
“Noi non candideremo negli uninominali Mariastella Gelmini e Mara Carfagna – ha aggiunto Calenda -, che pure sono ministre in carica del governo Draghi, proprio per trovare tutte le soluzioni che uniscono. Secondo, va bene avere programmi diversi. Ma non contraddittori”.