La giornata di consultazioni è stata per Enrico Letta “lunga e intensa” ma “molto utili e molto positive”, spiega lo stesso premier incaricato, sono le indicazioni tratte dagli incontri avuti con tutte le forze politiche. Alcuni nodi, sono quasi tutti i leader che sfilano davanti alla stampa nella sala Aldo Moro ad ammetterlo, rimangono sul tavolo. La partita più difficile è quella che si gioca tra Pd e Pdl, tra Montecitorio e Dallas, dove si trova Silvio Berlusconi. La trattativa sembra ruotare intorno all’abolizione dell’Imu, chiesta a gran voce dagli esponenti azzurri, che pare quasi essere il pretesto giusto per far saltare il tavolo. A metà pomeriggio, però, è il Cavaliere ad allontanare ogni ipotesi di rottura: la fiducia al Governo Letta da parte del Pdl, spiega da Oltreoceano, “non dipenderà da una singola misura, ma dall’equilibrio complessivo degli interventi che verranno decisi”. Né, aggiunge il Cavaliere, esistono veti sulla squadra. “Nelle riunioni avute tra i vertici all’interno del Pdl – assicura – non abbiamo mai parlato di ministri”, rinnovando la sua fiducia anche all’attuale ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.
Il ragionamento viene ribadito poco dopo a Montecitorio dal segretario Pdl Angelino Alfano, dopo un lungo faccia a faccia con Letta che va avanti per quasi due ore. “Noi non abbiamo posto alcuna condizione – spiega – Abbiamo offerto al Governo la nostra ricetta di politica economica”. Non l’Imu, “ma gli otto punti del nostro programma – aggiunge – sono la pregiudiziale per votare la fiducia al Governo”. “C’è stata apertura – conclude – ma ancora ci sono questioni da risolvere”.
“Quella con il Pdl è stata la discussione più lunga – ammette Letta a fine giornata – durata quasi due ore. Veniamo da un tempo di contrapposizioni profonde e le differenze ancora permangono. Serve molto tempo perché la discussione continui ma queste due ore sono state animate da spirito costruttivo. Non vi nascondo – aggiunge – che le difficoltà ci sono tutte e che rimangono”. “Spero di farcela – ripete – ma non sono sicuro di avere le spalle abbastanza forti da reggere”. I contatti telefonici con Dallas, racconta Letta, ci sono stati ma da Berlusconi è arrivato solo un incoraggiamento, “e l’incoraggiamento non scioglie i nodi”. Il presidente incaricato si prenderà quindi tutta la giornata di domani per riflettere: “Rivedrò tutti gli appunti e cercherò di portare a sintesi il lavoro fatto oggi – spiega – avendo contatti continui con il Capo dello Stato”.
Fiducioso del successo del suo vicesegretario il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza. “Abbiamo visto il premier incaricato molto impegnato. Alcuni nodi sul tavolo richiederanno un supplemento di lavoro. Ma siamo convinti che questo lavoro nelle prossime ore possa portare a sciogliere i nodi e a dare al Paese un Governo”. La giornata di domani, insomma, sarà decisiva. L’accordo tra i due azionisti di maggioranza del futuro Governo però, riferiscono alcune fonti parlamentari, sembra a un passo dall’essere stato raggiunto e Letta viene dato per “molto vicino” a palazzo Chigi. Il giuramento al Quirinale, spiegano le stesse fonti, potrebbe già esserci nella giornata di sabato, mentre bisognerà aspettare lunedì e martedì per il voto di fiducia al Governo all’enfant prodige Letta davanti alle assemblee di Camera e Senato.