di Monica Setta
“Enrico Letta premier è un segnale importante, anche dal punto di vista generazionale. Adesso aspettiamo che sia Matteo Renzi ad occuparsi del Pd perché il paese ha bisogno di poter contare su un grande partito democratrico aperto alle idee e ai contributi di persone competenti come Fabrizio Barca. Insomma, malgrado la forte preoccupazione per la crisi economica, da sabato scorso, cioè dal giorno del bis di Giorgio Napolitano, pare che la politica abbia finalmente infilato un percorso virtuoso, vedremo adesso con il governo che verrà”. Aurelio Regina, classe 1963, già enfant prodige dell’establishment italiano – laurea in scienze politiche, Master all’Insead di Fontainebleau – ex presidente degli imprenditori di Roma oggi vicepresidente della Confindustria per lo sviluppo economico, parla con voce modulata esprimendo concetti netti, trasparenti. L’appuntamento per l’intervista con La Notizia è nei saloni, stucchi e specchi, di palazzo Altieri, sede dell’Associazione bancaria italiana di cui Regina è ospite per un convegno sull’analisi del voto del 24/25 febbraio scorso. Lui, azionista delle Manifatture del sigaro toscano SPA e del Credit Suisse Italy siede anche nel Cda di British American Tobacco.
Enrico Letta ha accettato l’incarico con riserva e ha messo subito le mani avanti: non ė sicurissimo, ha anticipato, che si faccia il governo. Perché voi imprenditori puntate invece esplicitamente sul successo dell’operazione?
“Enrico Letta ė un giovane molto competente che ha vantaggio oltre l’anagrafe: conosce bene le parti sociali e lo stato dell’economia del nostro paese. Ha sempre svolto finora un ruolo “distensivo”, una funzione armonica di raccordo fra imprese, sindacati, associazioni, pronto all’ascolto. Il che, dobbiamo ammetterlo, non è cosa facile in politica.
Tuttavia ritengo che Giuliano Amato possa lavorare con Letta in grande serenitá, quasi in un’alternanza doverosa soprattutto per ciò che concerne i grandi temi economici. Ė innegabile che con il ritorno al Quirinale di Giorgio Napolitano si sia aperta una fase nuova nella vita politica italiana. Napolitano è stato e sarà un grande presidente della Repubblica, per questo, noi come Confindustria eravamo compatti attorno al nostro leader Giorgio Squinzi per sollecitare un “bis” pur sapendo che per il capo dello Stato si sarebbe trattato, in termini personali, di un sacrificio”.
Giorgio Squinzi non ha mancato di far pervenire il suo entusiasmo e quello delle imprese per questa rielezione assai caldeggiata, come anche lei ricorda, da viale dell’Astronomia.
Ma a questo le chiedo: il paese è ancora in tempo per evitare gli effetti devastanti della crisi? E le aziende?
“ Le aziende hanno fatto per 5 anni la loro parte, anzi certamente qualcosa di più. Le nostre imprese hanno continuato ad investire garantendo dove hanno potuto i livelli occupazionali e cercando nuovi mercati di sbocco nonostante fossero prive di liquidità e attendessero quelle riforme economiche necessarie ad evitare il “default”. I nostri imprenditori hanno resistito senza scegliere la via semplice della delocalizzazione o della fuga, sono andati avanti e adesso però hanno bisogno vitale di quei provvedimenti che dovrà prendere il governo che verrà. E mi riferisco, nello specifico, alla riduzione del cuneo fiscale, alle misure destinate a favorire liquidità, alla restituzione totale dei debiti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione. Il nuovo governo dovrà mettere al centro delle sue azioni, nei primi 100 giorni di lavoro, il tema del lavoro e della riduzione del carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori”.
Secondo lei il premier uscente Mario Monti potrebbe trovare posto in un governo di Enrico Letta?
“Credo di si. Monti ha un prestigio internazionale e un credito sui mercati che fanno di lui, teoricamente, un ottimo ministro degli Esteri. Ma in questa fase non è essenziale fare un esercizio di nomi per indicare chi ci sara o chi dovrebbe esserci nel governo. Non spetta a noi imprenditori lanciare candidature mentre è compito nostro chiedere alla politica che si dimostri all’altezza delle sue responsabilità”. Vogliamo una politica che dia risposte concrete e di qualità. Abbiamo bisogno di forti coalizioni di centrosinistra come di centrodestra.
A proposito di responsabilita mi viene in mente il movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Il leader ha anticipato che faranno un’opposizione costruttiva, responsabile. Che cosa ne pensa?
“Appunto, la parola chiave ė : responsabilità . L’importante è che anche le altre forze politiche- e penso immediatamente proprio al movimento 5 stelle di Beppe Grillo- dimostrino adesso un chiaro senso di responsabilità nei confronti del paese. Dopo quello che ha detto Grillo sabato scorso, tuonando contro il bis di Giorgio Napolitano, c’è stata una piccola fase riflessiva.
Sono convinto che il leader del movimento 5 stelle comprende perfettamente che la stagione della protesta fine a se stessa non è più cavalcabile neanche per lui. Ė il momento di dimostrare da che parte sta ed io, considerata la natura “ trasversale” del suo movimento – che ha drenato voti sia dal Pd che dal Pdl e dalla Lega- mi auguro scelga di mettersi a vantaggio del “ bene comune” del sistema paese”.
Poco prima che Napolitano desse l’incarico ad Enrico Letta di formare il governo, il leader del Pdl Silvio Berlusconi aveva bocciato seccamente l’ipotesi di Matteo Renzi premier. Lei che ne dice?
“Penso che Renzi abbia portato nella politica italiana una grande novità che può essere molto produttiva nel governo del partito democratico. Il paese ha bisogno di un grande partito di centro sinistra che sia aperto agli apporti intellettuali anche di personaggi di spicco come può essere Fabrizio Barca. Il Pd deve riflettere su quanto ė successo al suo interno, sugli esiti del voto del febbraio scorso, sul processo di rinnovamento reale, sostanziale del suo gruppo dirigente. Ritengo che in questa delicata fase la presenza strategica di Renzi possa coastituire un valore aggiunto. Abbiamo bisogno di forti coalizioni di centrosinistra come di centrodestra perché ci aspettiamo molta serietà e concretezza dalla classe politica.
L’Italia ha attraversato quasi due mesi di tempesta politica senza un governo e con una travagliata rielezione del Capo dello stato. Come mai in questa complicata fase lo spread ė rimasto sostanzialmente stabile?
Merito degli angeli custodi dell’euro, Giappone e Banca centrale europea di Mario Draghi?
“Non solo, i mercati seguono logiche internazionali; l’Eurostat ha certificato che i conti pubblici sono in linea con le aspettative e comunque la rielezione di Giorgio Napolitano è stata un sollievo per le piazze finanziarie che si fidano della capacità e dell’equilibrio del nostro capo dello Stato. Ma c’è anche un altro elemento da tenere in considerazione. La Borsa segue logiche estere e merita un discorso a parte. Lo spread italiano, invece, come ha sottolineato di recente la stessa Banca d’Italia è attualmente sovrastimato: dovrebbe attestarsi naturalmente intorno ai 100 punti di differenziale con i bund tedeschi.
Ovviamente se queste sono le premesse – Napolitano per altri 7 anni al Quirinale ed Enrico Letta a palazzo Chigi- le prospettive per i mercati da domani in poi non possono far altro che migliorare. Tenuto conto che il nuovo governo, come abbiamo detto prima, auspichiamo che metta subito mano alle riforme istituzionali ed economiche di cui il paese ha urgente bisogno”.
Vicepresidente di Confindustria
Aurelio Regina è Vice Presidente di Confindustria con delega allo Sviluppo Economico dal maggio 2012. E’ Presidente e azionista di Manifatture Sigaro Toscano, la società che produce il sigaro italiano più famoso al mondo. È Partner di Egon Zehnder International, la società leader mondiale nel settore dell’executive search di alta dirigenza, e inoltre oggi è un imprenditore affermato nei settori della comunicazione, dell’informatica, dei servizi e dei beni di largo consumo. A soli 27 anni è già dirigente d’azienda e nel 1991 viene nominato Director Corporate Affairs Italia del Gruppo Philip Morris Companies. Nel quadriennio 2008-2012 ha ricoperto la carica di Presidente di Unindustria – Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo (già Unione degli Industriali e delle imprese di Roma) e Presidente di Confindustria Lazio. E’ stato Consigliere Delegato di British American Tobacco Italia, società del gruppo Bat, la multinazionale più internazionale del tabacco e una delle più importanti aziende internazionali di beni di largo consumo del mondo. Ha ricoperto, inoltre, la carica di Presidente di Sistemi & Automazione S.p.A. e quella di Consigliere di Amministrazione di Sviluppo Italia S.p.A. Attualmente è Presidente della Fondazione Musica per Roma, Vicepresidente del Centro Studi Americani, membro del Board di Aspen Institute Italia e Presidente della Società per l’Internazionalizzazione di Unioncamere Lazio e Presidente di Credit Suisse Italy S.p.A.