A volte ritornano. Anche se aveva assicurato di non essere “mai stata di centrodestra”, quando cercò di accreditarsi come la candidata ideale del centrosinistra alla vigilia delle ultime Regionali in Lombardia. Che per Letizia Moratti – amatissima da giornaloni e rispettivi editorialisti ma molto meno dagli elettori – non sono state certo un’impresa da consegnare alla storia. Malgrado non avesse dubbi sull’esito della competizione: “Non considero l’idea di non vincere”.
L’ex sindaca di Milano Letizia Moratti è amatissima da giornaloni e rispettivi editorialisti ma molto meno dagli elettori
Risultato: terza (su quattro), con un modesto 9,8%, sostenuta dal duo Calenda-Renzi, alle spalle del candidato del centrodestra, Attilio Fontana, del quale era stata assessora al Welfare, e pure di Pierfrancesco Majorino leader di quel centrosinistra nel quale Donna Letizia, avrebbe voluto arruolarsi e che – a sentire Renzi, Calenda e stampa amica al seguito – avrebbe dovuto condurre a vittoria certa vendicandosi, in un colpo solo, della candidatura che le sarebbe stata prima promessa e poi negata dal centrodestra. Salvo annunciare ieri, al fianco del ministro e leader di Forza Italia Antonio Tajani, l’iscrizione al fu partito di Silvio Berlusconi.
Una sorta di ritorno alle origini per Lady Moratti che, a partire dal 1994, ha ricoperto una lunga serie di incarichi proprio su indicazione del Cavaliere. Dalla poltrona di presidente della Rai a quella di ministro dell’Istruzione e persino di sindaco di Milano. E sempre la buonanima di Berlusconi l’aveva sponsorizzata per l’assessorato alla Sanità della Lombardia, alle prese con la gestione della pandemia e i disastri del tragicomico predecessore Giulio Gallera. Insomma una carriera con e grazie a Silvio fino alla rottura causata dalla decisione della coalizione di sostenere il bis di Fontana al Pirellone. Acqua passata. La notizia di un riavvicinamento al centrodestra circolava da qualche settimana. Da quando il coordinatore lombardo di Forza Italia, Alessandro Sorte, ha iniziato a lavorare al suo ritorno.
“Non rinnego nulla di quello che ho fatto. La mia decisione attiene alla collocazione a livello Ue – ha spiegato ieri l’ex ministra -. Renzi e Calenda sono con Renew Europe. Io mi ritrovo nei valori del Partito popolare. è vero che ci sono stati diversi incontri per il rafforzamento del centro ma sul tema del collocamento in Europa non ci siamo trovati”. Nel partito intanto gongolano: “Con l’adesione di Letizia Moratti a Forza Italia, prende slancio in Lombardia la costruzione di un laboratorio politico che aspira al coinvolgimento di tutti coloro che si riconoscono nei valori del Partito Popolare Europeo”, ha spiegato Sorte, soddisfatto per l’acquisto last minute. Moratti, che guiderà la consulta del segretario nazionale, ha già smentito l’ipotesi di una sua eventuale candidatura alle Europee.
Milionaria, sempre in cerca di poltrone. Lady Moratti alle ultime regionali in Lombardia ha sbagliato tutto
Ma fonti del partito hanno chiarito che avrà sicuramente un “ruolo da protagonista nella definizione delle liste” in vista del voto di giugno. E non è escluso che vi siano altri ritorni. Da tempo, d’altra parte, si rincorrono le voci di una candidatura a Strasburgo dell’ex governatore lombardo Roberto Formigoni. Mentre la campagna acquisti autunnale potrebbe riservare anche altre sorprese. A cominciare dal possibile ritorno all’ovile azzurro della berlusconiana di ferro, Valentina Aprea, già sottosegretaria all’Istruzione, guarda caso proprio con la Moratti ministra. Certo resta qualche dubbio a ricordare oggi quel suo giuramento di non essere “mai stata di centrodestra”. Le credettero in molti nelle redazioni dei giornali che menarono duro sul Pd per essersi fatta sfuggire una fuoriclasse di tale livello. Le credettero soprattutto nel centrosinistra il duo Renzi-Calenda e persino pezzi del Partito democratico. Una barzelletta che, a conti fatti, non si era bevuta solo la Moratti che pure l’aveva raccontata.