A Palazzo Ducale a Genova c’è in questi giorni una mostra dedicata a Artemisia Gentileschi, dal titolo “Coraggio e passione” che dovrebbe celebrare l’arte della pittrice del ‘600 di scuola caravaggesca. Figlia del pittore pisano Orazio, Artemisia Gentileschi fu una grande artista in grado di rivelare il proprio talento e di riuscire a imporsi in una società tendenzialmente chiusa, in cui le donne non avevano molte possibilità di emergere.
A Palazzo Ducale a Genova c’è in questi giorni una mostra dedicata a Artemisia Gentileschi dal titolo “Coraggio e passione”
A diciott’anni subì uno stupro da Agostino Tassi, pittore amico del padre. Anche in quel tempo denunciare una violenza era un’onta infamante, ma Tassi venne condannato e gli atti dei quel crudo processo sono arrivati fino a noi. Il curatore Costantino D’Orazio ha aggiunto nel percorso della mostra una stanza divenuta tristemente nota come “sala dello stupro” che – come denuncia una lettera aperta firmata da un gruppo di attiviste, esperte e organizzazioni – “non viene in alcun modo segnalata, presenta un’installazione che intende rappresentare il primo stupro che Gentileschi subì da parte di Agostino Tassi.
Lo fa con un letto collocato al centro mentre i dipinti della pittrice proiettati sulle pareti si colorano di sangue. Non manca una voce femminile registrata di sottofondo che recita le dichiarazioni della pittrice al processo, un processo che fu estremamente intrusivo e umiliante per Artemisia, lasciandola con la reputazione distrutta”. Nel negozio di souvenir all’uscita si possono trovare il libro “La notte tu mi fai impazzire. Gesta erotiche di Agostino Tassi, pittore” di Pietrangelo Buttafuoco che romanticizza la violenza e vari gadget con la citazione di Tassi “Io del mio mal ministro fui” che con simpatia ripercorre l’evento.