Il referendum per l’eutanasia legale è stato depositato ieri mattina in Corte di Cassazione, alla presenza dei leader dell’Associazione Luca Coscioni, tra cui Marco Cappato, Filomena Gallo, Mina
Welby, Marco Perduca e Rocco Berardo. Insieme a rappresentanti del Comitato Promotore e ai familiari di chi ha vissuto da vicino il dramma delle scelte di fine vita, come Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano Antoniani, i genitori e la sorella di Luca Coscioni.
Muro contro muro eutanasia e legge Zan
Si tratta di un referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 del codice penale sul cosiddetto omicidio del consenziente, l’unica fattispecie che nel nostro ordinamento assume un ruolo centrale nell’ambito delle scelte di fine vita. Presenti anche alcuni parlamentari pentastellati, i socialisti guidati da Enzo Maraio, i leader di +Europa, la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone. Una battaglia questa che il M5S sposa all’unanimità.
“Farò quanto in mio potere per dare seguito all’iter delle proposte sul fine vita, da troppo tempo in attesa di una soluzione”, dichiara Mario Perantoni, presidente pentastellato della commissione Giustizia della Camera. “E’ giusto che i cittadini arrivino dove non arriva la politica e questa iniziativa è molto utile per dare una scossa al Parlamento”, dice Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. La discussione è prevista nell’aula della Camera a giugno.
Le destre più oscurantiste di sempre frenano il parlamento sui diritti
Ma, a quanto risulta all’Agi, si sta lavorando sotto traccia anche a un piano B. Ovvero sul tema del suicidio assistito. Quando si è in presenza di una malattia terminale e di una sofferenza “intollerabile” il suicidio assistito non è perseguibile: si fonderebbe su questo cardine un testo di legge che l’ex maggioranza giallorossa dovrebbe presentare nei prossimi giorni in Commissione Giustizia e Affari sociali di Montecitorio. E poi su questo si dovrebbe aprire il confronto all’interno della maggioranza. Ma si tratterà di un percorso pieno di insidie.
Lega e M5S due anni fa non sono riusciti a mettersi d’accordo su un testo di legge. Il leader Matteo Salvini dichiarò di essere contrario al “suicidio di Stato imposto per legge”: “La vita è sacra e da questo principio non tornerò mai indietro”. Senza considerare che, sempre a suo tempo, la Lega fu il gruppo più accanitamente contrario alla legge sul testamento biologico. Ma sui temi etici e sui diritti il Carroccio non ha mai brillato. Emblematico quanto sta capitando al Senato sul ddl Zan con il presidente della Commissione Giustizia della Lega, Andrea Ostellari, che sta impedendo la calendarizzazione del provvedimento sull’omotransfobia. “Non ha bisogno dell’incontro dei presidenti dei gruppi, come da lui richiesto: basta che svolga il suo lavoro. Ha tutti gli strumenti, agisca”, accusa Simona Malpezzi, capogruppo del Pd a Palazzo Madama.
E più senatori si mobilitano chiedendo l’intervento del presidente del Senato. Anche qui i pentastellati si schierano apertamente. La delegazione M5S al Parlamento Ue condivide l’iniziativa assunta dall’integruppo Lgbti. In una lettera inviata a Ostellari, 56 europarlamentari, provenienti da diversi Stati membri, preoccupati chiedono di avviare la discussione del ddl Zan e di metterlo ai voti quanto prima.