C’è l’accordo nel Centrodestra sul programma per le elezioni del prossimo 4 marzo, e uno dei punti è la revisione del “sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero”. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, al termine del vertice ad Arcore col leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha twittato tonitruante: “Cancellazione della legge Fornero nel programma del centrodestra: missione compiuta. #4marzovotoLega”.
Cancellazione della legge FORNERO nel programma del centrodestra: missione compiuta.#4marzovotoLega
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 7 gennaio 2018
Tutto molto interessante, e probabilmente la mossa dei tre leader, in una campagna elettorale dove è partita la corsa a chi la spara più grossa: dall’abolizione del canone Rai a quella delle tasse universitarie ma non solo. Però la domanda sorge spontanea: quanto costa un’operazione del genere? “Secondo i calcoli della Ragioneria generale dello Stato, cancellare la legge Fornero significa rinunciare a circa 350 miliardi di euro di risparmi cumulati fino al 2060 – scrive il Corriere della Sera nella sua edizione online -. Un fattore non banale nel difficile equilibrio del bilancio pubblico italiano”. “Soprattutto perché – prosegue l’analisi del quotidiano – il grosso del buco si realizzerebbe a medio termine, ovvero nel decennio 2020-30: periodo nel quale si sacrificherebbe a questa iniziativa circa un punto di Pil (Prodotto interno lordo, ndr) ogni anno, cioè 17 miliardi di euro, con un massimo di 1,4 punti nel 2020, ovvero 23,8 miliardi fra due anni. Un colpo che anche una economia in crescita, come sembra essere quella italiana, potrebbe avvertire con effetti pericolosi per le dinamiche in atto”.
“La legge sulle pensioni è stata introdotta in venti giorni, in condizioni di emergenza, ereditate da un governo di Centrodestra e approvata con i voti di larga parte delle forze politiche che compongono l’attuale Centrodestra”, ha tenuto a precisare proprio Elsa Fornero commentando la nota diffusa dopo il vertice di Arcore. “Sono passati sei anni – ha aggiunto l’ex ministra del Lavoro del Governo Monti -, la riforma è stata mantenuta e migliorata laddove era necessario (e ci sono voluti quasi sei anni). Il Centrodestra, o qualche suo componente, forse non si è accorto dell’introduzione dell’Ape”.
“Mi sembra che la priorità del Paese – ha osservato ancora la Fornero – sia il lavoro, per i giovani, per le donne e per i non più giovani in condizioni di lavorare, e non il ripristino della vecchia politica di mandare via qualcuno per fare entrare qualcun altro a spese dei contribuenti e della stabilità monetaria del Paese. Voglio vedere Salvini all’opera sul lavoro: non mi sembra che abbia molte idee”. Fornero auspica perciò che “Berlusconi abbia sufficienti voti nella colazione di Centrodestra per contenere la negatività di Salvini sulla politica del Paese”.