di Lapo Mazzei
Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole» dice uno dei protagonisti di Jurassic Park. Certo, si tratta di un’esagerazione, di una modificazione della realtà, che molti economisti hanno adattato alla grande crisi e al crollo delle borse mondiali. Ma l’esempio serve comunque a spiegare con estrema rapidità la “teoria del caos”, ovvero la fase che sta attraversando il Pd. Che non sai più se attribuire all’attivismo frenetico e compulsivo di Matteo Renzi o all’azione di disturbo dei rottamati, che non vogliono affatto essere messi da parte, se non addirittura al combinato disposto provocato da questi due mondi paralleli. Resta il fatto che il caos sotto il cielo del partito è sempre più grande, a partire dal confronto sul Porcellum. Dal Senato gli esponenti democratici si sono affrettati a far sapere che il tentativo di accordo sulla legge elettorale, che va maturando in commissione a palazzo Madama, ha una “copertura” alta, altissima. Insomma, la cosa non sarebbe sgradita al Quirinale. Ma c’è chi dice no, pure di fronte al disco verde del Colle. E ancora volta, come per l’amnistia, si parla di Matteo Renzi. Il sindaco, sabato a Bari, ha detto che il suo Pd sarà «sentinella del bipolarismo». In attesa di quel momento, di quando diventerà segretario e avrà voce in capitolo diversa per decidere, Renzi prova a disfare la tela già tessuta in Senato per un accordo con il Pdl. Come? Piazzando un macigno non da poco nel dibattito. Il doppio turno. Ovvero la farfalla che sbatte le ali a Firenze fa crollare un accordo a Roma. Un Punto indigeribile per i pidiellini. Insomma, no ad accordi al ribasso. La mossa dei renziani agita anche gli altri competitor al congresso. «Vuole intestarsi questa battaglia anche in vista della sfida congressuale. Come se noi fossimo invece gli inciucioni che vogliono il proporzionale» dicono dalla parti di Gianni Cuperlo. «Ma quale stop di Renzi alla legge elettorale! Se c’è la volontà di farla, abolendo subito il Porcellum, siamo pronti a farla» ribatte il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. «Matteo ha indicato con chiarezza le priorità della sua proposta: che la sera del voto si sappia chi ha vinto, che si tuteli il bipolarismo e che gli elettori possano tornare a scegliere». Bella idea, peccato che alle parole non facciano seguito i fatti. E ogni volta il dibattito deve ripartire da capo. Si vede che al Pd piace così….