L’accordo non c’è, ma comincia a vedersi qualche spiraglio. Dopo l’apertura di Silvio Berlusconi, con l’intesa sulla legge elettorale in cambio del voto in autunno, il Pd sta preparando la retromarcia dal Rosatellum, su cui sembrava intenzionato a battersi strenuamente. Per arrivare alle elezioni, infatti, Matteo Renzi è disposto ad ascoltare qualsiasi interlocutore. “La verità è che noi preferiamo il sistema tedesco mentre Renzi preferisce votare subito. Ma non è detto che le due cose si possano sommare”, ha sintetizzato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, creando suspence sulla trattativa. Ma la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, ha ribadito la volontà di raggiungere un compromesso: “Il Pd i numeri per approvare da solo la legge elettorale non ce li ha”.
Alla Lega, però, il cambio di registro renziano non è piaciuto: “Non capisco da che pianeta sia caduta la proposta del sistema tedesco puro che è un sistema proporzionale in cui le coalizioni, e le maggioranze, si creano dopo il voto e non prima”, ha dichiarato il senatore del Carroccio Roberto Calderoli. Ma dal Movimento democratico e progressista è arrivato uno stop a chi punta al voto prima possibile: “Credo sia arrivato il momento di non giocare più a palla ma di dire agli italiani cosa si vuol fare”, ha detto Pier Luigi Bersani. “Chi pensa di andare a votare a ottobre sta dicendo che si va in esercizio provvisorio e, tanto per dirne una, a gennaio scatta l’Iva”, ha aggiunto l’ex segretario del Pd