Più soldi ai pensionati. Rinnovo del contratto ai dipendenti pubblici. E sgravi alle partite Iva. Matteo Renzi, intervistato a Porta a Porta, ha annunciato i contenuti più rilevanti della legge di stabilità. Che sembra tutta pensata in un’ottica elettorale, ma senza sforare il 3% del rapporto deficit/Pil.
“Metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco”, ha scandito il presidente del Consiglio. “C’è una misura del governo Prodi, che era una sorta di quattordicesima per chi prende meno di 750 euro. Non è di 80 euro, ma di circa 50 euro al mese. Pensiamo di orientarci più su una misura del genere”, ha spiegato Renzi, indicando per sommi capi le cifre dell’operazione.
Renzi ha messo sul tavolo un tema caro ai sindacati: il rinnovo dei contratti agli statali. “Dobbiamo cambiare la Pubblica amministrazione, lavorare per sbloccare l’adeguamento salariale e i contratti del pubblico impiego è un’altra misura di equità”, ha ragionato nello studio di Bruno Vespa. E ha ricordato: “Da sette anni i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato”. Anche per gli insegnanti c’è una buona notizia. “Il bonus per gli insegnanti e i professori sarà rinnovato. È un piccolo contributo per formarsi: se fai l’insegnante è giusto che lo Stato riconosca la tua funzione”, ha detto il presidente del Consiglio. Sui numeri è stato toccato anche un altro aspetto: “Nel rapporto tra deficit e Pil più o meno resteremo sul 2,3%-2,4%. Non sforeremo il 3%. È un fatto di credibilità e reputazione. Bisogna cambiare le politiche economiche e lo stiamo facendo. Ma dobbianmo anche dire che è buonsenso che non ci si può più indebitare, perché non sarebbe serio”. Per quanto riguarda gli sgravi fiscali agli autonomi, il premier ha affermato: “Vogliamo far ridurre le aliquote contributive e da questo punto di vista stimiamo che possano avere un risparmio di circa mille euro all’anno. Puntiamo a raggiungere 500 mila partite Iva”.
A Porta a Porta Renzi ha toccato l’argomento-Mps. “Io credo che ci sarà l’aumento di capitale perché credo che ci siano le condizioni e che questo aumento di capitale garantirà un futuro a Monte Paschi di Siena”. Ma il numero uno di Palazzo Chigi ha respinto le accuse: sulla banca “ci ha messo bocca la sinistra, ma non certo il Pd”. Infine Vespa ha posto il “solito” quesito sulle dimissioni in caso di sconfitta al referendum. “Non ci ho ripensato, ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare il referendum, ho detto solo che non parlo più del mio futuro. C’è tanta gente che si preoccupa del futuro dell’Italia”.