Cgil e Uil hanno proclamato lo sciopero generale. Il ministro e vicepremier Matteo Salvini ha risposto con la precettazione. Giorgio Cremaschi, ex segretario Fiom, sindacalista di lungo corso e ora attivista di Potere al Popolo e Unione Popolare, era mai successo prima?
“Succede da trent’anni. Il punto è che in Italia c’è una feroce legislazione anti sciopero varata nel 1990 con la legge 146 che limita fortemente il diritto di mobilitazione in tutto il sistema dei servizi e che progressivamente si sta estendendo anche al lavoro privato e che è stata peggiorata dalle attività del Garante, che è una figura istituita da questa legge, e che è diventato praticamente un gestore degli scioperi. È molto grave che questa cosa colpisca Cgil e Uil oggi ma bisogna ricordare che quando queste direttive e queste precettazioni hanno colpito il sindacalismo di base, Cgil e Uil tacquero. Bisogna sapere che quando si fanno leggi reazionarie prima o poi qualcuno le gestisce. Salvini si sta comportando come un capetto che organizza i crumiri, peraltro deve coprire col suo bullismo la vergognosa figura fatta sulla Fornero che è riuscito a peggiorare. La realtà ci dice che in Italia c’è un governo reazionario di destra legittimato dall’Ue e dalla Nato. La Finanziaria è scritta sotto dettatura di Draghi e sul lato della politica internazionale, da Israele all’Ucraina, siamo diventati soldatini della Nato. Venerdì c’è anche lo sciopero del pubblico impiego, proclamato dalla Usb. È importante non tornare indietro. Spero che Cgil e Uil capiscano che le regole che fino ad adesso le hanno in qualche modo agevolate adesso vengono usate contro loro. Sono regole capestro sul diritto di sciopero. Voglio fare degli esempi”.
Prego.
“In Germania i lavoratori dei trasporti hanno ottenuto importanti risultati con scioperi continuati e che coinvolgevano sia i treni che gli aerei che i servizi urbani. A Londra lo stesso è avvenuto per la metropolitana, bloccata per più giorni dalla lotta dei suoi dipendenti. In Francia abbiamo tutti visto settimane di blocco dei servizi elettrici nella protesta contro la legge “Fornero” di Macron. Noi siamo di fronte a un governo reazionario e fascistoide che sfrutta per i suoi fini una legge liberticida che proibisce scioperi in altri paesi perfettamente legittimi. E le armi per colpire il diritto allo sciopero, come su tante altre cose, le hanno fornite legislazioni fatte dai governi di centrosinistra. La legge 146 fu varata con l’accordo dei principali partiti e delle grandi confederazioni sindacali”.
Il sindacato si è diviso. La Cisl ha deciso di non scioperare. Crede che questa frattura abbia galvanizzato il governo?
“Ma no. La Cisl da decenni è il sindacato di tutti i governi. La notizia sarebbe che sciopera”.
Ieri la premier ha rotto il silenzio e ha parlato della precettazione come scelta condivisa.
“Meloni ha coperto Salvini, del resto sono forti di una legge pessima per i lavoratori. Detto questo c’è la gara a chi fa di più il fascista. Questa volta il premio l’ha vinto Salvini”.
Tanto la Cgil quanto la Uil hanno accusato la Commissione di garanzia sugli scioperi di essere compiacente nei confronti del governo.
“Ma è l’idea della Commissione in sé che è sbagliata. È inaccettabile che ci sia una commissione che decide quali sono gli scioperi giusti e quali no. I lavoratori del pubblico in attesa di rinnovo dei contratti non possono scioperare, in Germania si bloccherebbero per gli stessi motivi tutti i servizi pubblici. Questa è la differenza. Sono 30 anni che calano i salari ma una delle ragioni è che c’è una legge che vieta di fare gli scioperi quando servono”.
Negli Usa ci sono state sei settimane di sciopero nel comparto dell’automobile e il presidente Joe Biden e il suo predecessore le hanno incoraggiate.
“Questo ci dice quanto è a destra il quadro politico italiano sul piano sociale. Questi 30 anni neoliberisti di centrodestra e centrosinistra hanno fatto danni non solo ai lavoratori ma proprio alla sensibilità politica del Paese. Gli operai americani hanno fatto scioperi durissimi che in Italia avrebbero scandalizzato mezzo mondo. E hanno avuto il sostegno pubblico dei due candidati alla presidenza. Bisogna cambiare la mentalità di questo Paese. Da noi gli scioperi sono troppo pochi e inadeguati. Per funzionare devono fare danni”.
La Manovra del governo Meloni giustifica la mobilitazione?
“È una Finanziaria dell’austerità. Taglia la sanità, le pensioni, tutto. E poi bisogna riflettere sull’uso del cuneo fiscale per dare i soldi ai lavoratori, taglio inventato da Renzi non a caso. La sforbiciata fa un favore più agli industriali che ai lavoratori. Gli industriali per aumentare le buste paga dovrebbero cacciare i soldi di tasca loro qui invece si dà un aumento ai lavoratori che è finanziato dai soldi delle pensioni. La decontribuzione fiscale significa che sono miliardi in meno che vanno all’Inps. Sono i lavoratori che si pagano con i loro soldi gli aumenti. Sbagliano i sindacati confederali a ritenerla cosa buona e giusta. Così come festeggia, ma questa cosa invece si capisce, Confindustria. È una redistribuzione tra i lavoratori dei loro soldi. Bisogna chiedere aumenti salariali forti in tutti i settori e li devono dare le controparti non i lavoratori con i loro contributi”.
Ritiene che nel Paese ci sia un aumento della conflittualità?
“Diciamo che ci si sta lavorando. La situazione del mondo del lavoro è intollerabile e richiede la rottura di ogni tregua sociale. Bisogna puntare i piedi sia col governo sia con la Confindustria. Mi auguro che lo sciopero di Cgil e Uil sia un cambiamento di linea rispetto alla linea di collaborazione con le imprese che hanno avuto in questi anni e che ha portato a questo disastro. Da questo sciopero mi auguro derivino altri scioperi e che cresca la conflittualità. Ne abbiamo bisogno per risalire la china dai bassi salari”.
Martedì gli ultimi due incidenti mortali sul lavoro.
“L’operaia nel trevigiano è morta come Luana. Chiaro che in questi casi ci sono aziende criminali che hanno disatteso le misure sulla sicurezza. Noi stiamo raccogliendo le firme come Usb, Unione popolare e vari sindacati di base, per istituire il reato di omicidio sul lavoro. In Italia abbiamo avuto negli ultimi dieci anni circa 15mila operai uccisi sul posto di lavoro. Non c’è un solo responsabile agli arresti. Uccidere gli operai oggi è il reato più conveniente che c’è in Italia. Questo deve finire. Le aziende devono sapere che se non rispettano le norme di sicurezza sul lavoro vanno in galera”.