Il Movimento 5 Stelle perde pezzi al Senato. Quattro senatori ieri hanno votato contro la risoluzione di maggioranza sul Mes. Mentre il filoleghista Gianluigi Paragone ha annunciato che la sua decisione di votare no all’intesa giallorossa sul Salva Stati non equivale a una presa di distanza da M5S, in cui pur facendo sempre il bastian contrario dice di voler restare, gli altri tre onorevoli hanno detto addio ai pentastellati. E due sembrano ormai già ben stretti tra le braccia della Lega. Tanto che il senatore del Movimento 5 Stelle, Primo Di Nicola, ha subito parlato di mercato delle vacche aperto da Matteo Salvini.
Accusa poi rilanciata dal capo politico Luigi Di Maio, che è arrivato a invocare un improbabile intervento della magistratura. A dire no alla risoluzione di maggioranza sul Mes, oltre a Paragone, sono stati i senatori Stefano Lucidi, Ugo Grassi e Francesco Urraro. Il primo ha negato l’intenzione di voler saltare sul Carroccio: “Non ho mai sentito di nessuno che sale sul carro del perdente”. Aggiungendo però: “Qualcuno ha detto che le elezioni in Umbria sono state un esperimento. Beh, io non mi sento una cavia né un criceto, quindi esco dalla ruota e voto no”. Grassi e Urraro, oltre a votare no alla risoluzione di maggioranza, hanno invece anche appoggiato quella della Lega. Evitato in extremis infine il passaggio del senatore pentastellato Luigi Di Marzio al gruppo misto.
“Benvenuti al mercato delle vacche. Lo spettacolo dei parlamentari che cambiano casacca solo per assicurarsi un seggio lo avevo sempre vissuto dall’esterno. Penoso, semplicemente. Dall’interno è ancora peggio, perché si ascoltano dai diretti interessati motivazioni persino più avvilenti”, ha scritto su Facebook il senatore Di Nicola. E ha aggiunto: “L’obiettivo è far cadere il governo, con le promesse di seggi che corrono all’antico mercato delle vacche”. Accusa rilanciata appunto da Di Maio.
“Matteo Salvini ha deciso di aprire il mercato delle vacche. Io mi auguro – ha dichiarato il capo politico M5S – che a questo mercato non partecipi nessuno, ma è evidente che dalla Lega stiamo vedendo quello che provava a fare Berlusconi ai tempi di De Gregorio”. Il ministro degli esteri ha quindi auspicato, “se ci dovessero essere gli estremi”, che “le autorità giudiziarie possano verificare il tutto”. Per tutta risposta Salvini, ricordando che M5S era contrario al Mes, rilancia: “Io non ho cambiato idea, viva la coerenza e viva l’Italia”.