Giornata di polemiche al vetriolo ieri al Consiglio regionale della Lombardia. L’argomento d’altronde era di quelli che già nei giorni scorsi aveva aspramente spaccato l’assise, con la maggioranza da una parte e l’opposizione – su tutti il Movimento cinque stelle – dall’altra, e cioè la riforma della sanità regionale (leggi l’articolo). E sono stati proprio i pentastellati ieri a decidere addirittura di occupare l’Aula.
“Siamo stati costretti – spiega Massimo De Rosa, capogruppo M5S – ad occupare i banchi della Presidenza perché dopo due settimane in Aula giorno e notte e, per la prima volta nella storia della Lombardia, anche la domenica, in cui abbiamo cercato di spiegare alla maggioranza di cosa avesse bisogno la sanità lombarda, oggi (ieri ndr), prima del voto, è stato comunicato che i nostri emendamenti e i nostri ordini del giorno erano stati tagliati rispettivamente da: 2022 a 942 per quanto riguarda gli emendamenti, e da 4810 a 930 per ciò che concerne gli odg”.
Non un taglio leggero…
Un pericoloso precedente per il dibattito democratico in Regione Lombardia. Mai la Presidenza aveva fatto ricorso a un simile taglio degli atti presentati da un gruppo politico. Per questo abbiamo deciso di protestare occupando i banchi, vuoti della Giunta e quelli della Presidenza, mostrando con i cartelli le proposte che non hanno ascoltato: meno liste d’attesa, stop nomine politiche, pubblico e privato uguali diritti e uguali doveri.
Un gesto così eclatante fa pensare che non ci sia stata minima interlocuzione con la giunta…
Prima non hanno considerato le tre proposte di legge presentate sul tema dal collega Fumagalli, poi hanno azzerato il dibattito in commissione Sanità e oggi quella che di fatto è una tagliola sui nostri emendamenti e sui nostri ordini del giorno. Per due settimane abbiamo raccontato alla Giunta i problemi dei lombardi: le infinite liste d’attesa, le difficoltà a parlare con il proprio medico di base, l’esigenza di una medicina che, come ci ha dolorosamente insegnato la pandemia, non può passare solo attraverso gli ospedali pubblici, ma deve essere più vicina ai territori. Abbiamo letto le testimonianze dei cittadini e indicato possibili soluzioni. Ci sono colleghi che sono intervenuti per quattro, cinque ore. Il centrodestra ha deciso di non ascoltare, portando avanti una prova di forza attraverso la quale vengono confermati e perpetuati gli errori già commessi da Formigoni prima e Maroni poi.
Perché tale chiusura da parte della maggioranza?
Un simile muro potrebbe essere spiegato da una sola motivazione. I Consiglieri di maggioranza sono i primi a non aver toccato palla nella stesura di un testo arrivato in Consiglio Regionale già fatto e finito. Blindato dalla Giunta proprio per evitare che i contrasti interni alla maggioranza stessa deflagrassero in Aula. Una spaccatura diventata evidente in molti momenti della discussione. Penso all’intervento introduttivo al dibattito del relatore Monti (Lega) durante il quale i banchi di Forza Italia erano vuoti e, ultimo ma non meno importante, l’intervento di ieri dell’ex assessore al Welfare Giulio Gallera che ne ha avute per tutti. Impossibile quindi che, dopo non aver concesso nulla ai propri Consiglieri, la maggioranza concedesse ascolto a richieste che provenissero dall’opposizione.
Crede che di mezzo ci siano anche interessi privati?
La Sanità è la fetta più consistente del bilancio di Regione Lombardia, circa l’80%. Parliamo di circa 23 miliardi di euro ogni anno. Intorno a simili cifre possono ruotare interessi consistenti? Sarebbe ingenuo pensare il contrario. Tuttavia, il nostro lavoro di Consigliere Regionale è quello di fare proposte nell’interesse dei cittadini, motivo per cui abbiamo chiesto più volte che fra gli effetti di questa riforma vi fosse lo stop delle nomine politiche, per ciò che concerne i ruoli direttivi all’interno delle ATS. Indovini? Non siamo stati ascoltati.
Cosa accadrà ora? Quali saranno i prossimi step e voi cosa sperate?
Domani (oggi, ndr) saranno votati i singoli gli ordini del giorno, mentre mercoledì si passerà alla dichiarazione di voto e al conseguente voto sulla proposta di legge stessa. Il Movimento Cinque Stelle ribadirà la propria contrarietà. Deve restare agli atti che noi non abbiamo nulla a che vedere con questo scempio. La speranza è quella che la (NON)riforma Moratti-Fontana sia l’ultima fra le prove di inadeguatezza fornite da questa amministrazione di centrodestra. Fra un anno e mezzo i lombardi voteranno e potranno esprimere il proprio disagio in merito ai disastri, e ai ripetuti scandali, che hanno coinvolto la Giunta Fontana. Una volta che decideranno di mandarli a casa, potremmo finalmente porre rimedio ai loro errori. Lavorando ad un modello sanitario in cui la salute valga più del profitto.