È spuntato pure lo “sciamano” con tanto di corna e volto dipinto tricolore, in una piazza Montecitorio sotto assedio in stile Capitol Hill. Dove ieri si sono dati appuntamento in un clima surriscaldato le categorie degli esercenti aderenti a #IoApro, dai ristoratori ai proprietari di palestre. Che chiedono la riapertura delle attività dopo mesi di stop and go e ristori – e soprattutto “sostegni” – non all’altezza delle aspettative.
I ristoratori sedotti e abbandonati dalla Lega fanno a botte con la polizia a Montecitorio
Fra lanci di bottiglie al grido di “Vogliamo libertà”, scontri con la polizia in tenuta anti sommossa – 7 fermi e un agente ferito il bilancio dei tafferugli – è andata in scena tutta la rabbia di chi, illuso anche da promesse non mantenute da parte chi si è fatto portavoce per mesi delle istanze “riaperturiste” (leggi la Lega di Matteo Salvini. Che a parole è con la piazza ma di fatto è nel governo che ha deciso per la linea del rigore. E che ha avallato misure economiche insufficienti rispetto alla platea di destinatari, ben inferiori a quelle varate dal Conte bis).
“La Lega è al fianco di chi, stremato, vuole tornare a lavorare. La Lega è l’unica che da tempo chiede al presidente Draghi di valutare riaperture in sicurezza (previsione fatta inserire nell’ultimo decreto). Lì dove i numeri dei contagi lo permettono, e Matteo Salvini lo ribadirà al più presto anche incontrando il presidente del Consiglio. Nessuno può pensare di imporre le chiusure per scelta puramente ideologica”. Questo si legge in una nota a margine dei due capigruppo leghisti di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Che però si sono ben guardati di scendere in piazza dove gli elettori sovranisti hanno contestato l’azione del Carroccio al governo. E dove invece erano ben visibili le bandiere di Italexit, il movimento dell’ex senatore 5 stelle Gianluigi Paragone. E dove a sobillare la folla – che si è esibita i cori e insulti contro il ‘Palazzo’ e transenne gettate a terra – ci ha pensato Vittorio Sgarbi, leader del Movimento per il Rinascimento. Che ha tenuto un comizio a tinte forti, per usare un eufemismo.
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Il Carroccio a parole con loro, nei fatti vota contro
Pur premettendo che non ci doveva essere nessuna azione nei confronti delle forze dell’ordine, ha usato toni molto duri contro l’esecutivo Draghi. E contro gli stessi colleghi parlamentari. “Un governo della morte, perché uno che ha fatto il vaccino può prenderlo lo stesso, e perché uno che ha avuto il Covid deve andare in giro mascherato? è un governo di pazzi. Che finge di lavorare e fa solo il vostro male…”.
In ogni caso, al netto di istigazioni e strumentalizzazioni – la polizia parla di infiltrazioni da parte di gruppi estremisti – rimane il fatto che secondo i dati Istat in un anno è andato bruciato a causa della pandemia e della relativa crisi economica un milione di posti di lavoro e le manifestazioni hanno coinvolto anche Milano, Bari, vari comuni campani e in diverse zone d’Italia e culminate con i blocchi in autostrada. E sotto traccia si intravedono i primi mugugni all’interno delle forze politiche della maggioranza.
“Il cambio di passo con il precedente governo ancora non si vede”, ammette qualcuno, mentre il ministro del Turismo Garavaglia assicura che “a giorni ci saranno date certe” per la riapertura degli alberghi. I governatori leghisti puntano ad un via libera per cinema e teatri (con il contingentamento) e ristoranti aperti a cena dove i dati sono da colore giallo. Anche FI chiede un piano per le riaperture e oggi presenterà gli emendamenti al dl Sostegni e FdI, pur stigmatizzando le violenze di piazza, incontra i rappresentanti delle organizzazioni che hanno manifestato in Piazza Montecitorio. E denuncia “l’enorme quanto assurdo spreco di risorse che avrebbero potuto aiutare migliaia di imprese italiane a risollevarsi”.