C’era una volta il Movimento orizzontale. Con le scelte prese in maniera collegiale e la consultazione del “mitico” web, divenuto l’oracolo di qualsiasi argomento. Ma i tempi cambiano e gli eventi, come la morte di Gianroberto Casaleggio, impongono una diversa responsabilità. Così nei 5 Stelle lo slogan “ognuno vale uno” resta solo sulla carta, perché è sempre affascinante, ma nei fatti è stato sostituito dai capi che trattano sui nomi da inserire nella giunta di Roma. Una spartizione equilibrata – tanto che qualcuno ha evocato il Manuale Cencelli – in cui ognuno ha cercato di strappare la nomina di un assessore di fiducia.
E addirittura c’è stato un fenomeno impensabile fino a qualche mese fa: lo scontro tra il padre nobile Beppe Grillo e il candidato premier in pectore, Luigi Di Maio. E che dire poi delle riunioni in diretta streaming, che appartengono ormai all’era pioneristica dei “grillini” (quando ancora aveva un senso definirli in questo modo)?. Ora, con l’esperienza di Roma, il Movimento è Partito. Chissà se in direzione Palazzo Chigi. O verso il baratro.