Diceva Charles Baudelaire: “Bere del vino è bere del genio”. Sarà anche per questo, forse, che il ministro Gian Marco Centinaio ha dato un’accelerata importante sul fronte dei vigneti. Urgenza italiana, a quanto pare. Certo è che in Parlamento è approdato e ora in discussione nelle competenti commissioni il decreto ministeriale, vergato direttamente dal ministro delle Politiche agricole, “concernente la salvaguardia dei vigneti eroici o storici”. Per carità: parliamo nella stragrande maggioranza dei casi di zone meravigliose del nostro Paese e di imprese che operano con tecniche tradizionali, spesso in condizioni impervie.
Un esempio di cosa voglia dire tutto questo arriva dalla decisione di pochi giorni fa di riconoscere come patrimonio dell’Unesco le colline del Prosecco. Resta, tuttavia, la domanda se questa fosse la priorità assoluta in campo agricolo. Quel che è certo oggi è che, grazie a questo decreto sottoposto a parere parlamentare, sappiamo con estrema precisione che i vigneti eroici sono quelli “ricadenti in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico” o “aventi particolare pregio paesaggistico e ambientale, nonché i vigneti situati nelle piccole isole”.
Ma non tutti. Perché le condizioni sono piuttosto precise: “pendenza del terreno superiore a 30%”; “altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare”; “sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni”. Ecco, solo così si può avere l’importante riconoscimento e avere accesso a “specifiche risorse finanziarie”.