Questo governo è una indecenza su tutto, ma almeno una cosa buona l’ha fatta: la tassa sugli extraprofitti delle banche.
Mauro Incerti
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Gentile lettore, ricordo uno sketch di Roberto Benigni. Lui e un amico vogliono scrivere una lettera a Berlusconi e decidono di esordire complimentandosi per le cose buone che ha fatto il suo governo, come per esempio… E qui si fermano perché non gliene viene in mente neppure una. Allora per informarsi telefonano a un amico che lavora a Forza Italia, il quale però risponde che non lo sa, ma si informerà. Ecco, anch’io vorrei scrivere alla Meloni, ma non mi viene in mente nessuna cosa buona. Avevo pensato appunto alla tassa sugli extraprofitti delle banche, ma poi il governo ha fatto una velocissima retromarcia non appena i banchieri hanno ruggito un po’. Si sentivano le gomme fischiare per la velocità. Ora le banche potranno scegliere se pagare la tassa oppure versare la somma nel capitale sociale. Cosa pensa che faranno? Esatto, si terranno i soldi. Di fatto, è una tassa cancellata. Siamo alle solite: la Meloni si atteggia a leone ma poi agisce da pecora. Intanto il governo intasca lauti proventi dalla benzina. A parte la vaga promessa di un contributo-benzina “alle famiglie povere” (quali famiglie? quando? quanto?), con gli attuali prezzi folli dei carburanti alla pompa lo Stato incamera cifre senza precedenti grazie alle accise (quelle che la Meloni diceva di voler abolire) e grazie all’Iva, che è una tassa sulla tassa perché grava anche sulle accise. E così noi paghiamo tre aumenti: uno ai petrolieri e due allo Stato, che sono appunto le accise e l’Iva.
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