Maria Elena Boschi può restare al Governo o deve dimettersi? Ad aprire il dibattito, le rivelazioni in Commissione banche del presidente (uscente) di Consob, Giuseppe Vegas. Che giovedì, audito all’organismo parlamentare presieduto da Pier Ferdinando Casini, ha raccontato dei tre incontri avuti con l’allora ministra per le Riforme nella “primavera del 2014”. Il numero uno della Commissione nazionale per le società e la Borsa ha raccontato che la Boschi espresse “preoccupazione” sulla possibile fusione tra Etruria e la Popolare di Vicenza. Secondo l’allora ministra, infatti, “l’incorporazione di Banca Etruria nella Popolare di Vicenza – ha rivelato l’ex parlamentare di Forza Italia – sarebbe potuta essere di nocumento per la principale industria di Arezzo, che è quella dell’oro”. Inoltre, l’oggi sottosegretaria gli avrebbe anticipato la nomina del padre Pier Luigi a vicepresidente dell’istituto di credito aretino. Affermazioni che hanno scatenato roventi polemiche sul ruolo della Boschi, con M5S e LeU partiti lancia in resta a chiedere un passo indietro. Ma lei ha scelto resistere.
PERCHÉ SÌ – LANNUTTI: “UNA BUGIA DOPO L’ALTRA, LASCI LEI E ANCHE RENZI”
Ex senatore dell’Italia dei Valori, saggista e presidente dell’Adusbef, l’associazione a difesa dei consumatori specializzata nel settore bancario, Elio Lannutti è tranchant: “Le dimissioni della Boschi le reputo un fatto scontato, se non altro per rendere giustizia a quei risparmiatori truffati e mortificati dal suo Governo”.
Lei dice? L’interessata non ha la minima intenzione di fare un passo indietro. Anzi rilancia e minaccia querele.
È l’atteggiamento tipico di un Esecutivo nato dalla ruota della fortuna e dal sonno della ragione, col Giglio tragico che continua a raccontare menzogne. Hanno propinato agli italiani, che grazie a Dio l’hanno bocciata, una riforma costituzionale dettata da Jp Morgan, poi hanno messo le mani sulle banche facendo disastri indicibili. Che altro devono fare per andare a casa? In un altro Paese, sarebbero già stati condannati all’irrilevanza.
Lei ha proprio il dente avvelenato. L’interessata smentisce di aver mentito al Parlamento.
Come non ha mentito? Ma lei si rende conto che il ministro per le Riforme ficcava il naso sulle banche senza averne alcun titolo e poi negava tutto? Incontrava Vegas, Consoli, Fornasari, Ghizzoni e chissà chi altri? Gli scheletri stanno venendo fuori dall’armadio, ma quando la finirà di fare la bulletta del quartierino?
Faccia attenzione, la sottosegreteria potrebbe accusarla di misoginia…
Ma quale misoginia? Io veramente sono indignato. Le istituzioni e il loro rispetto sono un’altra cosa, anzi meglio, sono una cosa seria. Invece sono state affidate a dei magliari che hanno dato il colpo di grazia a questo Paese. Compreso Padoan.
Che c’entra il ministro dell’Economia?
Vada a rileggersi tutte le volte in cui, insieme al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha detto che il sistema bancario italiano era solido. Si è visto. Nessun giornalista gli ha mai chiesto conto di questo, tutti si sono limitati a passare le veline di Mef e Palazzo Koch. Com’è andata a finire? Sette crac con 500mila famiglie espropriate, 24 miliardi di euro di derivati pagati alle banche d’affari e malaffari. Praticamente una manovra.
Malgrado questo quadro, Gentiloni ha preso le parti della stessa Boschi annunciando che il Pd la ricandiderà.
Non mi meraviglio di un Pd che è diventato un organismo geneticamente modificato. Una volta difendeva i diritti, i lavoratori, la povera gente e adesso si è trasformato nel maggiordomo di banchieri e finanza. Le sembrerà strano, ma su una cosa io concordo con la Boschi.
Questa è una notizia. Quale sarebbe?
La ricerca della verità. Verrà a galla, proprio come l’olio buono. Finora invece c’è stato solo il tentativo di occultarla. Sia da parte della politica con l’inutile commissione d’inchiesta parlamentare di Casini sia da parte di Bankitalia, un sepolcro imbiancato che prima o poi dovrà essere riformato per fare gli interessi del Paese e non di certe cricche. (Gio. Vel.)
PERCHÉ NO – VELARDI: “NON MENTÌ ALLA CAMERA, PUÒ RESTARE AL GOVERNO
Giornalista e saggista, già fondatore ed editore del Riformista e capo dello staff dell’ex premier Massimo D’Alema, per Claudio Velardi, la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi non dovrebbe dimettersi.
Perché?
Penso proprio di no. Perché la sua ricostruzione, fatta a suo tempo in Parlamento, trova conferma anche in quello che è accaduto in queste ore. Credo, quindi, che questa necessità non ci sia.
Ma dalla vicenda Etruria, anche alla luce della deposizione in commissione del presidente Consob, Vegas, l’immagine della Boschi esce danneggiata?
E’ evidente che la Boschi sia sottoposta ad un attacco, ad una character assassination (diffamazione, ndr) che non si è mai vista in maniera così violenta nemmeno contro Silvio Berlusconi. Dei danni comunque ci saranno, è evidente. Anche perché questo attacco nei suoi confronti viene portato avanti su tutti i fronti, politici e mediatici.
Andare in tv a poche ore dalla deposizione di Vegas a confrontarsi con Travaglio è stata una mossa che lei avrebbe consigliato alla Boschi?
Non lo so, non ero lì e non so come questa decisione sia maturata. Di certo, avrei riflettuto sull’opportunità di andarci a botta calda. Ora, però, è facile dire ‘forse sarebbe stato meglio non andarci’. Peraltro, tenuto conto che la Boschi ha fatto una figura più che buona in trasmissione, bisogna anche chiedersi cosa sarebbe successo se non ci fosse andata. Tutti i giornali avrebbero scritto che la Boschi è sotto accusa e lei non sa neanche rispondere. Quindi, a conti fatti, credo abbia fatto bene.
E’ un fatto che il trend dei sondaggi per il Pd resti negativo. Risente anche della vicenda Banca Etruria?
In Sicilia si diceva che il candidato della sinistra, Claudio Fava, avrebbe superato il Pd. Poi lui è rimasto al 6% e il Pd ha chiuso al 13. A ulteriore dimostrazione che, essendo la forza cardine del sistema, il Partito democratico è, naturalmente, sempre sottostimato nei sondaggi. La gente ha difficoltà a dichiarare di votarlo in pubblico, ma poi, quando va a votare, vota con la testa. Tra l’altro, dopo tutta la catastrofe, scissioni comprese, abbattutasi sul Pd, i sondaggi continuano ad attribuirgli gli stessi voti che prese Bersani nel 2013. Io ci metterei la firma.
Cosa consiglierebbe alla Boschi e a Renzi sul fronte della comunicazione?
Accreditarsi con pazienza e tenacia come la forza che difende il tema democratico contro cui, invece, tutti gli altri si scagliano. Alle prossime elezioni ci saranno tutte forze antisistema, da Grillo a Salvini, con buona pace di Berlusconi. Loro devono puntare a mettere insieme le forze che credono nello sviluppo di questo sistema e non vogliono farlo saltare. Quindi consiglierei loro una campagna elettorale pacata, serena e tranquilla, elencando le ragioni del buon governo e la quantità mai raggiunta prima di riforme fatte. (a. pit.)