Le Pmi sostenibili hanno un rischio default minore. È quanto emerge da una ricerca di Cerved rating agency (gruppo Cerved) che ha sviluppato un approccio di soluzioni e valutazioni Esg per comprendere quali fattori ambientali, sociali e di governance possano tradursi in rischi e opportunità per le imprese.
Le Pmi sostenibili hanno un rischio default minore
Secondo la ricerca di Cerved rating agency, le imprese che raggiungono le migliori performance Esg (environmental, social, governance) sono anche le più solide, quelle che presentano il minor rischio di credito: un fenomeno che trascende le dimensioni aziendali ma diventa più rilevante per le piccole e medie imprese, che risultano fino a 5 volte meno rischiose se adottano politiche di sostenibilità performanti.
Rispetto alla dimensione ambientale, spiccano la gestione dei materiali e rifiuti pericolosi, le elevate emissioni di CO2 e l’inquinamento dei suoli e dell’aria, particolarmente significativi nel settore chimico, edilizio, dell’estrazione dei minerali, della produzione metallurgica e dell’oil & gas. Rispetto a quella sociale, i rischi di salute e le condizioni lavorative per le maestranze, l’impatto sulla comunità di riferimento e la sicurezza dei prodotti trasportati incidono sulle performance del settore logistico/shipping, retail, tessile, estrattivo e dell’oil & gas.
Infine, la variabile governance è più rilevante nei settori maggiormente influenzati dal rispetto di regolamenti, licenze e permessi nonché da normative emergenti come la tassonomia. Tra i settori più a rischio, l’estrattivo e il real estate, mentre l’esposizione a corruzione, riciclaggio, frode e comportamenti anticoncorrenziali pesano sul sistema bancario e finanziario e sulle costruzioni.
I dettagli della ricerca di Cerved rating agency
Ebbene l’agenzia di rating del gruppo Cerved ha confrontato le differenti probabilità di default medie associate ai vari profili di sostenibilità partendo da circa 18.000 imprese italiane a cui ha direttamente assegnato un rating, e da un numero consistente di società straniere.
Il risultato è un trend che si conferma anche nel 2022 per tutte le aziende, incluse le corporate internazionali, benché le piccole imprese italiane siano caratterizzate da un maggiore rischio di credito medio: le società con valutazione Esg bassa hanno in media una probabilità di default dalle 2 alle 5 volte superiore a quella delle più virtuose. Ad esempio, nelle piccole imprese si va dal 7,25% di probabilità di fallire di chi non è sostenibile all’1,55% di chi invece lo è, mentre per le aziende medie e grandi che hanno un rating Esg la forbice va dal 3% allo 0,9% rispettivamente.