Un’Italia meno bella rispetto all’esordio di Euro 2016. Ma dopo due giornate di girone gli azzurri sono già qualificati agli ottavi. Ecco le pagelle della Nazionale.
Buffon 6: Mai veramente impegnato. Si limita a guidare la difesa dando sicurezza al reparto.
Barzagli 6: Preciso in fase difensiva. Ma contro una Svezia molto ben organizzata è costretto anche a dare una mano in fase di impostazione: un mestiere che non è proprio il suo e che gli riesce maluccio.
Bonucci 6,5: Trasmette tranquillità e duella spesso con Ibrahimovic senza alcun timore reverenziale. Cerca di tanto in tanto la verticalizzazione per fare il bis della partita contro il Belgio. Ma l’esito non è lo stesso. Nel complesso è comunque imprescindibile.
Chiellini 6: I suoi limiti in fase di costruzione sono aggravati dal fatto che la Svezia gli lascia più spazio rispetto ai compagni di reparto. Troppre imprecisioni nei disimpegni, ma ci mette fisico e cuore come sempre. Una sufficienza conquistata con i muscoli.
Candreva 6: Viene cercato dai compagni meno di quanto meriterebbe. Come se non bastasse fatica a trovare varchi sulla fascia grazie alla buona opposizione di Olsson. Infine, quando c’è spazio i cross non sono quelli dei giorni migliori. Un passo indietro rispetto a lunedì, ma coumunque fondamentale in un’Italia corto di idee.
Parolo 5: L’unico vero guizzo della partita, prima del gol di Eder, è proprio del centrocampista della Lazio. Ma soffre per tutti i novanta minuti, sia in fase di interdizione che in quella di impostazione. È molto lontano dalla condizione messa in mostra contro il Belgio.
De Rossi 5: Preoccupato dal fatto di dover badare a Ibrahimovic dimentica di fare il regista. È chiamato a dare personalità ed esperienza, invece sembra soffrire la pressione di dover confermare la buona prestazione della prima partita. Giusta, forse anche tardiva, la sostituzione con Thiago Motta.
Giaccherini 6: Gira a vuoto per gran parte del match. Ma è l’unico a creare scompiglio tra le linee svedesi, nelle rare occasioni in cui accende la lampadina. Da una sua intuizione nasce il gol degli azzurri. Nonostante possa sembrare strano è fondamentale nel centrocampo azzurro.
Florenzi 6: Corsa e cuore non gli fanno difetto. Ha lo sprint per mettere in difficoltà i lungagnoni avversari, eppure non riesce a incidere come potrebbe e dovrebbe.
Pellè 5: La sua fisicità è annullata dai centimetri dei centrali svedesi. Prova il fraseggio con Eder, senza riuscirci. Solo in un’occasione calcia verso la porta avversaria e il suo tiro finisce alto. Un doppio passo indietro, anche se prevedibile viste le differenze tra Belgio e Svezia.
Eder 6,5: Va a intermittenza. Si dimena, sgomita, lotta. Per lunghi tratti sembra più un mediano che un attaccante di fantasia. Poi, nelle battute finali, torna lo stesso Eder della prima parte della stagione con slalom e conclusione vincente.
Zaza 5: Entra per dare verve a un attacco spento. Il suo apporto è praticamente nullo: si nota solo nei minuti finali quando tiene la palla nei pressi della bandierina per perdere tempo.
Thiago Motta e Sturaro s.v.
Conte 7: Conferma quasi in blocco la formazione della prima partita. Forse la scelta non è delle più felici. Ma riesce a infondere la giusta grinta durante l’intervallo. E il voto premia la qualificazione raggiunta in in 180 minuti. Che è un quasi-miracolo.