Il leader del M5S, Giuseppe Conte, l’accusa di “viltà istituzionale”. La numero uno del Pd, Elly Schlein la ribattezza “presidente del coniglio”. E a seguire Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs fino a Matteo Renzi di Italia viva, lo sdegno delle opposizioni nei confronti della premier Giorgia Meloni, che ha mandato in Parlamento a riferire sul caso Almasri i suoi colonnelli, Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno), invece di presentarsi lei al cospetto del Paese, esplode nelle aule del Parlamento.
Con tanto di cartelli con immagini di migranti torturati in Libia e con riferimenti a “Meloni patriota in fuga”. Insomma l’opposizione non molla e, nell’Aula della Camera, chiede dopo l’informativa dei ministri Nordio e Piantedosi che ora sia la premier a riferire in Parlamento.
Opposizioni unite: venga Meloni a riferire in Aula
I ministri hanno dato “risposte non esaustive” su “linee diverse”, “entrambi hanno richiamato il ruolo della presidenza del Consiglio e noi oggi ribadiamo la nostra richiesta: avere qui in Aula una informativa urgente della presidente del Consiglio”, ha detto la capogruppo del Pd Chiara Braga.
“Nordio ha sbugiardato la premier e lei deve venire in Aula, non può nascondersi dietro i suoi servi costantemente”, ha incalzato il pentastellato Riccardo Ricciardi. Durissimo l’affondo dei due big del centrosinistra.
Da Schlein a Conte: la premier accusata di viltà per la sua fuga dal Parlamento
“Su Almasri pende il mandato d’arresto della Corte penale internazionale che lo accusa di avere picchiato, torturato e stuprato anche un bambino di cinque anni e ucciso personalmente detenuti a Mitiga. Ma nonostante questo viene scarcerato e fatto salire su un aereo di Stato con tutti gli onori. Come un eroe è stato accolto in Libia. Una cosa vergognosa. Doveva esserci Giorgia Meloni qui oggi a chiarire il perché”, dice Schlein.
E rivolta a Nordio: “Lei non ha parlato da ministro in quest’Aula, ha parlato da avvocato difensore di un torturatore”.
“Oggi c’è una grande assenza del presidente Meloni: scappa dal Parlamento e scappa davanti agli italiani. È un atto di grande viltà istituzionale. E io mi rivolgo direttamente a lei, Presidente Meloni: io lo so che ci sta guardando, nascosta semmai dietro a un computer – dice Conte – Ha parlato per tre volte di questa vicenda, fornendo versioni diverse. Adesso non parli più, perché, se non è venuta qui e non vuole parlare qui, non si permetta per vigliaccheria di parlare davanti a qualche scendiletto! Non tocchi più la questione e parli solo al Tribunale dei ministri”.
E rivolto a Nordio: “Con la sua difesa, oggi, lei non è stato il difensore di Almasri, lei è stato il giudice assolutore: peggio”.
Conte mette a nudo le bugie del governo sul caso Almasri
Il leader pentastellato mette a nudo le bugie del governo. “Sino ad ora, vi siete fermati a dire che era colpa dei giudici, vi siete fermati a dire che era colpa di un complotto internazionale della Corte dell’Aja, ci avete messo di mezzo anche gli 007 tedeschi. La Meloni nel video ha detto che lei non era informato. Poi ancora, che era tutto in inglese. Oggi ha aggiunto che ci sono anche degli allegati arabi. Poi ha detto che era troppo corposo. Adesso, invece, che cosa ha fatto? È entrato nel merito di un provvedimento, ma non solo del provvedimento che aveva ricevuto il mandato di arresto. Oggi è entrato nel merito di un provvedimento che non conosceva: quello successivo, quello integrativo, che è intervenuto a corroborare non le ragioni della liberazione – vergogna! -, ma le ragioni del mandato di arresto!”.
Fratoianni contro i prestanome inviati da Meloni
Meloni “ha inviato qua due autorevoli prestanome di successo. Il primo prestanome di successo, il ministro di giustizia, è stato definito avvocato del torturatore o giudice assolutore. Non lo so quale sia le definizione, ma la sostanza non cambia. In queste settimane avete cercato di spostare la verità”, ha detto Fratoianni di Avs.
“L’informativa di Nordio e Piantedosi è stata semplicemente imbarazzante. Non sono venuti in Parlamento per spiegare come sia stato possibile liberare un pericoloso criminale, ma per raccontare bugie, cercare di imbrogliare gli italiani e, soprattutto, attaccare la magistratura e la Corte Penale Internazionale”, dichiara Bonelli parlamentare di Avs.
“Con Meloni, pensavate di aver trovato la lady di ferro, ma avete trovato l’uomo di burro, forte coi deboli e debole coi forti. Se ci fosse stato un minimo di coraggio da parte della vile premier, ella sarebbe venuta qui e avrebbe detto che c’è un interesse nazionale di questo paese e si chiama Eni. Se Meloni avesse voluto difendere l’interesse nazionale lo avrebbe detto. Ma non lo fa, scarcera i torturatori di bambini”, accusa Renzi.