Le multe dell’autovelox usate come un bancomat dai Comuni. Che devono inventarsi qualche modo per raggranellare soldi per far fronte a bilanci sempre più in affanno. Il problema è che a pagare sono sempre i cittadini. Tanto che il Governo, sollecitato dalle opposizioni, ha dovuto prendere una posizione, dopo aver chiuso gli occhi sul caso. Forse per farsi perdonare i tagli che hanno colpito, nel tempo, i sindaci. Più di un anno e mezzo fa, peraltro, è stata votata una mozione che impegnava l’Esecutivo a intervenire per sanare la situazione. E riportare il meccanismo delle sanzioni in un corso di rispetto della legge. Sì, perché la normativa in vigore imporrebbe che i soldi delle multe devono essere destinati alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e del cui utilizzo i Comuni debbano rendere conto inviando una relazione telematica al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit), guidato da Graziano Delrio. Ma la storia è andata in altro modo. Solo 300 enti locali hanno inviato la documentazione. Così il deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, ha presentato un’interrogazione alla Camera. “Se io violo il codice della strada, vengo multato e perdo punti sulla patente. Se un Comune viola lo stesso codice non subisce alcuna sanzione”, ha sintetizzato il concetto a La Notizia il deputato forzista.
Promesse tradite – Delrio aveva preso un impegno a Montecitorio: “Nel primo provvedimento utile ci saranno le modifiche normative per disciplinare il meccanismo sanzionatorio attualmente previsto, così da superare le difficoltà oggettive rappresentate dall’impossibilità di intercettare i proventi – direttamente introitati dagli enti stessi, anche se inadempienti – per decurtarli della percentuale prevista a titolo di sanzione per l’inosservanza degli obblighi”, aveva detto in Aula. Dopo 18 mesi è tutto fermo. “Ci avevano già risposto che stavano predisponendo la legge un anno fa”, ha attaccato Baldelli. “Le sanzioni amministrative non devono essere usate dai Comuni per i loro bilanci. Dobbiamo aspettare un altro anno? I cittadini non sono un bancomat”, ha incalzato l’esponente azzurro. E, come se non bastasse, il Mit non ha nemmeno presentato la relazione, attesa dallo scorso settembre, sulle amministrazioni che non hanno provveduto a trasmettere i dati.
Timori aggiuntivi – C’è, inoltre, un’altra preoccupazione: nella manovrina potrebbe arrivare un emendamento per sanare la situazione. Il ministro, interpellato di nuovo alla Camera, ha cercato di minimizzare: “Il Governo non se ne è dimenticato, ma è vero che abbiamo un grande problema di adesione dei comuni a questa normativa”. “Abbiamo cercato di sollecitare – ha aggiunto – ma il report sullo stato di attuazione delle disposizioni è stato inviato, per gli anni 2013, 2014 e 2015, distinto tra comuni e province, solo da 300 soggetti”. Quindi Delrio è tornato a promettere: “È necessaria un’azione normativa nuova per porre in essere una risoluzione delle problematiche”.