di Matteo Marini
Immaginate se un giorno un imprenditore decidesse di recintare un parco pubblico per aprire un’attività commerciale. Questo è più o meno ciò che è accaduto. Siamo a Roma sud, quartiere Eur. Di fronte alla struttura conosciuta come “il Fungo” (serbatoio idrico che ospita, in vetta, un ristorante panoramico), c’è il Parco Carlo Ciocci di proprietà di Eur Spa (partecipata al 90% dal Ministero dell’Economia e al 10% dal Comune di Roma, proprietaria di diversi immobili e parchi nel quartiere). Nel dicembre dell’anno scorso, con l’intento di bonificare il parco (meta di prostitute), Eur Spa autorizza Francesco Russello – titolare della Point Service Srl – a recintare l’area e ad aprire l’Eur Park Adventure. Consultando il sito ufficiale, www.eurpark.it, si scopre che il parco è composto da “3 percorsi per bambini, 6 per ragazzi ed adulti, un’area playground per i bambini, 1 percorso paramilitare a terra che riproduce immerso nel bosco l’addestramento dei marines, 1 parete d’arrampicata di 10 mt”.
La controversie sui permessi
Secondo il Piano Regolatore del 2008 però, l’area non sarebbe edificabile, visto che rientra nella definizione di “Tessuti della città Storica” come “Giardini configurati”, ovvero verde pubblico. L’opera non può neanche essere riconducibile agli interventi che le Norme Tecniche di Attuazione definiscono di “Valorizzazione Ambientale” perché non sono volti alla valorizzazione del paesaggio e delle aree verdi. E anche se l’attività di Eur Park servisse a questo, non sarebbe comunque consentita la recinzione di un parco pubblico e la richiesta di un biglietto all’ingresso. Le Nta stabiliscono poi come sulle aree scoperte (i parchi), siano consentiti invece solo interventi ambientali. Il 23 aprile 2013, il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica rispondendo alle sollecitazioni di Saverio Pedrazzini (portavoce dei giostrai del Luneur), sottolinea inoltre come “non risulta sia stata presentata presso il dipartimento alcuna istanza di Permesso di Costruire e denuncia di inizio attività relative al cambio di destinazione d’uso dell’area Parco Pubblico di Piazza Carlo Ciocci ad area commerciale”. Contattati per avere spiegazioni in merito alla recinzione e alle autorizzazioni, l’Eur Spa chiarisce che “il contratto di locazione stipulato con la società Point Service Srl è stato sottoscritto il 5 febbraio 2013, con durata di 6 anni, rinnovabili per altri 6. L’area locata si estende per circa 6.500 mq, circa l’1% rispetto al totale dei 605.000 mq di parchi ed aree verdi, compresi nel patrimonio di Eur Spa. La decisione di permettere la realizzazione del Parco Avventura corrisponde alla volontà di fornire un servizio di pubblica utilità, consentendo, rispetto alla situazione di degrado rappresentata quotidianamente dagli organi di stampa, il completamento di quell’azione di recupero sociale già intrapresa con la realizzazione del Giardino Didattico nell’area antistante (gestito gratuitamente dallo stesso Russello già da tempo)”.
Groviglio di regolamenti
L’azienda spiega che la missione di Eur Spa è quella di gestire e valorizzare il complesso dei beni architettonici e paesaggistici di cui è titolare, al fine di massimizzarne la redditività, sempre nel rispetto del particolare valore storico-artistico. Dal punto di vista delle leggi che giocherebbero a suo favore, l’azienda fa riferimento al Dlgs 42/2004, secondo il quale l’area non risulta sottoposta a vincolo storico-paesaggistico. Mentre il Piano Attuativo dei Parchi dell’Eur, adottato da Roma Capitale, non impone un divieto di recinzione degli spazi. Un progetto, questo, presentato ma mai approvato, come confermano l’ex Presidente del Municipio XII, Pasquale Calzetta e l’ex assessore municipale all’Urbanistica Valerio Morgia. Come già detto, però, il Parco non rientra nel Decreto Legislativo del 2004 ma nel Piano Regolatore del 2008. In merito alla vicenda, il gestore dell’Eur Park Adventure mette le mani avanti: “Non credo di aver fatto nulla di irregolare proponendo l’apertura di una bella struttura, un parco avventura a disposizione delle famiglie che con 4 euro possono entrare e con 16 euro possono usufruire delle attrazioni, in un’area che era ostaggio di prostitute e drogati”.