“Si vira su Viola, si ragazzi”. A parlare con l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, è Luca Lotti. Nelle prime intercettazioni che spuntano fuori dopo l’inchiesta di Perugia emerge così il ruolo di primo piano assunto dall’ex ministro renziano, interessato alla scelta del successore a Roma del procuratore capo Giuseppe Pignatone essendo imputato nel processo Consip. Dialoghi-choc, in cui un peso notevole sembra averlo anche il deputato dem Cosimo Ferri, ex sottosegretario alla giustizia.
Nelle conversazioni captate dalla Finanza ecco dunque Palamara che chiama Antonio Lepre, relatore della pratica sul nuovo capo degli inquirenti capitolini, “Grande Antò”, il consigliere Luigi Spina che assicura “Io non è che le cose le dico…le faccio” e Ferri che assicura: “Io recupero Cartoni e Criscuoli”, riferendosi a due togati del Csm ora nel mirino. Poi l’intenzione di diffondere la notizia di una pratica secretata. Spina: “Deve uscì…guarda basta che esce”. Palamara: “In teoria o può fa uscì con la…, eh che è una che parla”. Spina: “Ho capito…ragazzi pensateci voi che ti devo dire”. E ancora i commenti di Lotti, insieme anche a Gianluca Morlini, sulla scelta a lui gradita come procuratore capo di Roma di Marcello Viola.
Conversazione in cui tra l’altro si parla anche della Procura di Torino. Secondo il Gico, Ferri e Palamara avrebbero messo in atto una vera e propria strategia per danneggiare la candidatura di Giuseppe Creazzo. Ferri: “E secondo te poi Creazzo una volta che perde Roma, ci vuole andà a Reggio Calabria o no, secondo voi?”. Palamara: “Gli va messa paura con l’altra storia no’”. Sempre Palamara: “Metti paura con l’altra storia dai…liberi Firenze, no?”. Un altro ufficio giudiziario che interessava particolarmente all’ex ministro Lotti. Un gruppo che sembra avesse difficoltà anche con il vice presidente del Csm, David Ermini.
Il togato Corrado Cartoni: “Ho problemi anche al disciplinare, ho problemi con Ermini”. Palamara: “Eh appunto, fammi capì questo”. Lotti: “Eh ragazzi queste vanno affrontate queste cose”. Cartoni: “Io ci ho litigato con Ermini..Luca”. Ferri ridendo: “Si è svegliato Corrado”. Palamara: “E allora?”. Cartoni: “Digli qualcosa, si deve sveglià”. Ferri: “Lo mette sempre in minoranza, raccontagli”. Lotti: “Corrà te che non c’eri all’inizio ma Ermini non è che…”. Cartoni: “Va bene se stamo per capì”. Lotti: “Però qualche messaggio gli va dato forte”. Cartoni: “Digli qualcosa…io ho un ottimo rapporto però ti fa proprio innervosire, ti fa uscire dai gangheri che delle cose… Sentito che è successo oggi?”. Ferri: “Si diglielo dai”. Lotti: “Questo non va bene però”. Palamara: “Non va bene no”. Lotti: “Mica me l’avevate detto questo”. E alcune parti della conversazione sono anche coperte da omissis negli atti giudiziari.
In un altro colloquio quindi sempre Lotti: “A Torino chi ci va? Scusate se vi faccio sta domanda”. Palamara: “Torino secondo me è ormai aperta, secondo me ormai è aperta”. Lotti: “Non so però per me è un pizzico legata alla difesa d’ufficio che devono fare loro due di una situazione fiorentina che sinceramente, ve lo dico con franchezza….”. Spina: “E lo so”. Lotti: “…è imbarazzante”. Spina: “cioè…l’unico che se ne va…e noi te lo dobbiamo togliere dai coglioni il prima possibile”. Un altro soggetto ancora da identificare: “Ma non ha fatto domanda per Torino Creazzo?”. Lotti: “No, no”. Palamara: “Non perché lui…se lo mandi a Reggio liberi Firenze”. Lotti: “Se quello di Reggio va a Torino è evidente che quel posto è libero e quando lui capisce che non c’è più posto per Roma fa domanda e che se non fa domanda non lo sposta nessuno, ammesso che non ci sia come voi mi insegnate… a norma di regolamento un altro motivo”.
Gli inquirenti non hanno dubbi su Lotti: “Tali palesi quanto illecite interferenze – da parte di soggetto rivestente la qualità di imputato: qualità che…. non poteva certo essere ignorata da nessuno dei presenti – risultano non soltanto recepite dagli odierni incolpati, ma… pienamente condivise quali strategie decisionali pro futuro”. Lotti sempre sulla nomina del successore di Pignatone: “Io strategicamente vi darei il suggerimento di chiudere tra il 27, 28 e 29”.
In un lungo post, apparso oggi sulla sua pagina Facebook, l’ex ministro dem si difende spiegando che nel corso di un incontro “che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni”. “È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure – aggiunge Lotti -, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, è arrivata anche ieri dalle parole di Morlini – aggiunge l’ex ministro renziano -, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita. Ho fatto pressioni in merito al futuro della Procura di Roma per avere dei vantaggi personali, come qualcuno sostiene? Assolutamente no”.