Passano i giorni e si avvicina la scadenza per consegnare le liste, ma al momento il Centrodestra sembra non voler scoprire tutte le proprie carte. Si tratta del chiaro segno che l’elenco di candidati da parte della coalizione che forte dei sondaggi si sente la vittoria in tasca, è ancora in fase di assemblaggio per via dei diversi problemi che i partiti stanno affrontando.
Per Fratelli d’Italia il problema è quello di trovare esperti da reclutare così da assicurarsi una classe dirigente da spendere in ottica di governo. Proprio per questo le voci di corridoio segnalano frequenti contatti tra i fedelissimi di Giorgia Meloni e l’ex ministro dell’Economia del governo Berlusconi Giulio Tremonti, l’ex magistrato Carlo Nordio, l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e anche con l’ex presidente del Senato in quota FI, Marcello Pera.
Nella pattuglia di fedelissimi al seguito della leader di FdI non mancheranno neanche il responsabile economico del partito, Maurizio Leo, e l’ex governatore siciliano Nello Musumeci a cui, secondo quanto trapela, verranno affidati ‘seggi blindati’.
Alleati nei guai e liste del Centrodestra ancora in alto mare
Ben più complessa la situazione per Lega e Forza Italia che non potranno confermare tutti i parlamentari uscenti. Nel caso del Carroccio di Matteo Salvini “l’obiettivo è confermare la Lega come il partito dei sindaci, degli amministratori locali e dei giovani” tanto che “tra i volti nuovi oltre al presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto, ci sono intellettuali come il professor Giuseppe Valditara ed esponenti dell’ambientalismo pragmatico come il presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe”.
Ma “non mancheranno, nelle liste della Lega, esponenti delle Forze dell’Ordine, del mondo dei balneari e della sanità, alcuni grandi imprenditori, sportivi ed editori” le cui candidature verranno ufficializzate a breve. Ancor più delicata la situazione in Forza Italia dove pesa la distribuzione dei collegi che, stando all’accordo di coalizione, assegna 98 collegi a FdI, 70 alla Lega, 42 a FI e 11 a Noi Moderati. A spiegare le difficoltà è Antonio Tajani, coordinatore di Fi, che al Corriere della Sera ha ammesso che “andranno fatti dei sacrifici”.
Una situazione delicata per la quale perfino alcuni big, tra cui Maurizio Gasparri, potrebbero finire a giocarsi le proprie carte in collegi contesi e tutt’altro che blindati.