Salvare il Jobs Act con le elezioni anticipate. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha già parlato della fine di questo Governo, prima di ottenere la fiducia del Senato. Con uno scopo far slittare la consultazione sull’abrogazione della legge voluta da Matteo Renzi.
Sul possibile referendum contro la riforma del lavoro Poletti ha infatti spiegato: “Se si vota prima del referendum il problema non si pone. Ed e’ questo, con un governo che fa la legge elettorale e poi lascia il campo, lo scenario più probabile. Sulla data dell’esame della Consulta è tutto come previsto”. E quindi ha rilanciato la volontà di andare alle urne prima possibile: “Mi sembra che l’atteggiamento prevalente sia quello di andare a votare presto, quindi prima del referendum sul Jobs Act”. Ma dalla minoranza dem Roberto Speranza ha già stoppato l’operazione: “Più che invocare le urne per evitare il referendum si lavori subito per modificare il Jobs act”. “Sui voucher in modo particolare è esplosa una nuova precarietà sulla quale è doveroso intervenire”, ha aggiunto l’ex capogruppo del Pd alla Camera.
Da Confindustria è arrivato un pesante attacco ai sostenitori del referendum anti-riforma: “È stato fatto il Jobs Act, ora c’è il referendum, che succede? Io cosa faccio? Attendo e non assumo. Questo è un capolavoro italiano di ansietà e di incertezza totale e perenne”, ha dichiarato il presidente dell’organizzazione, Vincenzo Boccia.