Le destre sgonfiano il Pnrr: i ritardi azzoppano i benefici

La Bce stima un effetto ridotto sul Pil e sul debito italiano del Pnrr: la colpa è dei ritardi nella sua attuazione.

Le destre sgonfiano il Pnrr: i ritardi azzoppano i benefici

Poteva essere un vero e proprio volano per l’economia italiana. Una manna dal cielo che avrebbe garantito anche una riduzione del debito. Ma gli effetti del Pnrr, soprattutto a causa dei ritardi nella sua implementazione, saranno meno favorevoli di quelli inizialmente stimati. E la colpa, come detto, è dell’attuazione a rilento e quindi delle carenze da parte del governo. Insomma, il ministro Tommaso Foti deve ringraziare il neo-commissario europeo Raffaele Fitto e provare a rimettere in carreggiata un Piano nazionale di ripresa e resilienza che rischia di portare meno benefici del previsto, secondo quanto stimato dalla Bce.

Pnrr, gli effetti sul Pil

Partiamo dagli effetti sul Pil, stimati dalla previsione della Bce: i fondi del Next Generation Ue porterebbero 1,4 punti aggiuntivi di Pil all’Italia e alla Spagna, ovvero i due principali beneficiari, fino al 2026. Un dato che però si avrà solo in caso di “elevato assorbimento” dei fondi europei e di una produttività media della spesa tramite il Pnrr. Una stima che riguarda il solo canale fiscale, separata da quello concernente l’impulso delle riforme strutturali sulla produttività: in questo secondo caso si prevede un impatto dello 0,7% del Pil per l’Italia e dello 0,9% per la Spagna fino al 2031. Nello scenario migliore, invece, i fondi europei potrebbero portare fino a 1,9 punti percentuali in più di crescita nel periodo tra l’inizio del programma e la sua fine nel 2026.

Sotto le stime

Ma questo può avvenire solo con un elevato livello della spesa e una crescita media della produttività. Come detto, però, nello scenario medio l’impatto sul Pil sarebbe dell’1,4% e, nel peggiore dei casi, si può scendere fino a un limitato 0,9%. L’attuazione del Pnrr stimolerà la crescita “più tardi di quanto precedentemente ipotizzato e probabilmente più debolmente di quanto sperato”, secondo la Bce. A essere ridimensionato è soprattutto l’impatto favorevole sul debito di Italia e Spagna. Un impatto che resta “rilevante”, ma che subisce “una significativa revisione al ribasso rispetto alle stime iniziali della Bce”.

Per l’Italia parliamo di 7-8 punti in meno di debito sul Pil al 2031, invece dei 12-14 punti previsti. La causa? Sono soprattutto i “ritardi nell’implementazione” che hanno “condotto a una significativa revisione al ribasso del Pil potenziale, con conseguenze sulle proiezioni del debito a lungo termine”. Per la Bce il rischio di un’attuazione inefficace o incompleta degli investimenti è aumentato dal 2022 e i ritardi finora osservati “suggeriscono che alcuni progetti potrebbero essere affrettati a scapito della qualità dell’attuazione”. O “annullati del tutto”.