Inchieste in corso, commesse dubbie, ombra di conflitti d’interesse, commissioni che nascono e poi restano senza presidenza. In Regione Lombardia non c’è giorno che non accada qualcosa che scombussoli gli equilibri politici. Pare, tuttavia, che tutto ciò non tocchi la maggioranza che pochi giorni fa ha presentato in Aula una mozione per chiedere un risarcimento danni all’ambasciata cinese.
“Oltre ad essere una richiesta tecnicamente scorretta, poiché l’ambasciata non è l’organo preposto per eventuali contenziosi internazionali, rappresentava solo il tentativo di spostare l’attenzione verso un colpevole diverso da chi non ha saputo gestire l’emergenza”, spiega il consigliere regionale M5S Gregorio Mammì, protagonista di un intervento in Aula due giorni fa diventato virale sui social per i toni utilizzati, tanto diretti quanto pungenti. “Ho chiesto, ironicamente, l’impegno alla giunta di inviare l’assessore Gallera a Wuhan per cercare il Pipistrello zero e sono convinto che molti consiglieri della Lega non abbiano percepito l’ironia”.
Ironia o meno, intanto Fontana ha deciso di sostituire il dg della sanità in Regione, Cajazzo. Ormai il re è nudo…
Facendo un paragone calcistico sarebbe come se la nazionale, a fronte di un campionato mondiale disastroso, decidesse di sostituire il portiere con l’attaccante. Allo stesso modo la sostituzione del Direttore generale al Welfare rappresenta l’ammissione di un fallimento da parte del presidente, senza però il coraggio di cambiare l’allenatore.
In che senso?
Cambiare l’ordine dei direttori generali rappresenta solo un tentativo di auto-assolvimento dalle pesanti responsabilità politiche. È chiaro che la Lombardia, come il resto del Paese, ha vissuto una situazione eccezionale ed ha risposto nel migliore dei modi possibili, dovendo però colmare numerose lacune che sono frutto di scelte politiche iniziate nell’era Formigoni, peggiorate con Maroni e, purtroppo, invariate con Fontana. Già dalla prima riforma sanitaria il Movimento 5 stelle denunciava la mancanza di strategia nella territorializzazione della medicina, nei rapporti tra pubblico e privato e nella frammentazione del modello sanitario. Tutto ciò durante l’emergenza si è trasformato in mancanza di medicina territoriale, tardiva risposta della sanità privata e mancanza di strutture capaci di gestire l’emergenza o almeno di prendere decisioni chiare. Auguro un buon lavoro al dottor Trivelli, neo direttore generale in piena coscienza che sono molti i problemi da risolvere e le sfide da superare.
Due giorni fa in giunta si è discusso dell’atto per chiedere il risarcimento alla Cina. Lei in Aula ha usato parole forti…
Più che parole forti, diciamo che ho voluto utilizzare un tono ironico per non dare troppa importanza ad una mozione che avrebbe messo a rischio l’economia lombarda. La nostra Regione ha importanti rapporti commerciali con la Cina, che valgono circa 18 miliardi di euro, la Lega si è presentata in Consiglio regionale chiedendo di mandare il presidente Fontana dall’ambasciatore a chiedere i danni materiali e non, per il Coronavirus. La cosa assurda è che dopo due mesi che la Lega, tramite l’onorevole Grimoldi, ha annunciato richieste danni alla Cina, in Aula la maggioranza ha stravolto il testo: non ci sarà nessuna richiesta danni, tranne che nel titolo della mozione che non sono riusciti a cambiare in tempo. È la classica strategia leghista: la ricerca di un nemico su cui scaricare le colpe, ma anche stavolta ha prevalso la paura di prendere una posizione netta rivendicata però mediaticamente.
Il suo nome era circolato per la presidenza della commissione d’inchiesta Covid. Ora che la presidente ha rassegnato le dimissioni, cosa accadrà?
Come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre sostenuto la richiesta della commissione d’inchiesta senza mai interessarci alle poltrone. Abbiamo sostenuto il candidato del Pd come espressione delle minoranze e nel rispetto della rappresentatività dei gruppi. Anche nel futuro continueremo a sostenere un nome che possa avere il sostegno delle minoranze. La commissione deve avere finalità non partitiche ma istituzionali. Deve, cioè, avere una funzione propositiva così da mostrare non solo le maggiori criticità della gestione emergenziale, ma anche da avanzare idee per un processo di revisione della macchina sanitaria regionale.