Mentre la Rai affonda, per le destre l’unico obiettivo è mettere nel mirino le trasmissioni indipendenti, come Report, che invece fanno segnare un successo dopo l’altro. E così il risultato non può che essere uno: nel 2024 La7 ha superato negli ascolti in prima serata anche Rai 2 e Rai 3.
Il 2024 si è concluso per La7 con il 5,5% di share e 1.030.000 telespettatori (+13%), con il quarto posto assoluto durante l’anno nella fascia 20.30/22.30 davanti a Rai3, Rai2 e Rete4. La rete, in una nota, parla di “risultati importanti”.
La7 incalza la Rai, i dati sugli ascolti 2024
Il gruppo sottolinea come questi risultati siano significativi nei “target qualificati” nei quali, con il 12,6% (+13%), raggiunge il secondo posto sul pubblico dei laureati e con l’8,5% (+14%) il terzo posto sul pubblico alto spendente.
Nella fascia prime time 20-22.30, raggiunge il terzo posto assoluto per cinque mesi (aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre). Complessivamente nella giornata La7 sfiora il 4% (in crescita del 13%) e fa segnare incrementi per l’informazione e tutti i programmi della rete. In salita i tg, gli speciali e le maratone, così come Otto e Mezzo e programmi come DiMartedì e Una Giornata Particolare.
Il servizio pubblico in crisi
Come sottolinea Dolores Bevilacqua, esponente del Movimento 5 Stelle in commissione di Vigilanza Rai, “i dati di ascolto straordinariamente positivi di La7 segnano l’ennesimo clamoroso campanello d’allarme per il servizio pubblico e danno un messaggio molto chiaro: il pubblico premia le reti con una identità forte e riconoscibile. Esattamente il contrario di quello che accade in Rai, dove si è assistito allo smantellamento – in particolare – di Rai3, che ha perso non solo tanti dei suoi volti più riconoscibili, ma con essi la sua identità di canale votato a contenuti di qualità, per un pubblico più istruito e attento alle tematiche sociali”.
Bevilacqua continua: “Fatta eccezione per alcuni programmi storici che resistono, molte scelte di questi ultimi due anni hanno visto piombare su Rai3 personaggi incompatibili con il pubblico della rete e in certi casi vicini a logiche di amichettismo. Continuiamo a dire che è urgente una riforma della governance, ma accanto a questa serve ridefinire la mission del servizio pubblico ad avviare un ragionamento sul rafforzamento delle identità delle singole reti Rai. Avere tre reti generaliste indistinguibili l’una dall’altra non ha alcun senso, e rischia di essere l’ennesimo regalo alla concorrenza privata”.