Le violenze in Francia dilagano. Avverrà anche in Italia? È l’inizio della fine delle democrazie europee?
Vito Foresi
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Gentile lettore, alla prima domanda rispondo: non ora. Alla seconda: in certo modo sì. Provo a spiegare. Ho scritto altre volte che “lo Stato autoritario oggi può essere una deformazione della democrazia”. Ciò avviene perché tutti i partiti da destra a sinistra hanno abbracciato il capitalismo neoliberista e si somigliano come gocce d’acqua. Che differenze vede tra Pd, Iv, FI e FdI, a parte poche sfumature su diritti civili ed Lgbt? L’unica alternativa, i 5 Stelle, non a caso è osteggiata dall’intero sistema omologato. Lo stesso fenomeno accade in varie misure in Europa: per esempio, il governo Tory in Uk vuole deportare in Ruanda gli immigrati e l’opposizione tace e acconsente. Il governo socialista in Danimarca, col plauso delle destre, ha preso in affitto 500 celle in un carcere in Kosovo per chiudervi i migranti. Quindi vediamo che è già iniziata una trasformazione autoritaria. Alla domanda “i fatti francesi si ripeteranno in Italia?” rispondo di no, perché Oltralpe, dal 2005 a oggi, tutte le rivolte si sono alimentate nelle banlieues, le periferie-ghetto in cui vivono i discendenti degli ex coloni maghrebini. Costoro sono troppo francesi per essere arabi e troppo arabi per essere francesi. Sono in sostanza dei mutanti e dei cittadini di serie B. Tale condizione in Italia non esiste su grande scala, perché non abbiamo una lunga storia coloniale e gli immigrati sono per lo più alla prima generazione. Forse con i nipoti degli immigrati le cose cambieranno, ma non ora.
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