Sarà che l’asticella dell’aspettativa era fissata molto in alto. Perché il Movimento 5 Stelle aveva alimentato il sogno di una rivoluzione possibile a Roma: capovolgere come un calzino la Città che è Eterna anche nell’immobilismo delle logiche di potere. Perciò, con l’avvicinarsi della pausa di agosto cresce il senso di delusione nei confronti della pallida amministrazione Raggi. Beninteso, siamo solo agli inizi della sua avventura: c’è tempo per essere stupiti. Tuttavia, la crisi di nervi sulla questione rifiuti non è un buon viatico.
Bisogna dirlo con onestà: quello dell’assessore Muraro è solo un piccolo conflitto di interessi. Ma se il Pd avesse dato l’assessorato all’Ambiente a un ex consulente Ama quanti hashtag avrebbero mitragliato i militanti a 5 Stelle contro i “piddini”? Così mentre a Roma ci sono perplessità, le ambizioni dei parlamentari sono tenute a freno solo dal collante dell’anti-renzismo. Certo, la trasformazione in partito dei pentastellati non è di per sé un elemento negativo. Anzi, potrebbe rivelarsi uno strumento di maturazione: scendere dal piedistallo e provare a realizzare quanto predicato a lungo. A patto di non cadere rovinosamente.