Lavoro, nessuno peggio di noi: i dipendenti italiani sono i più stressati in Europa

I lavoratori italiani sono i più stressati in Europa. A rivelarlo è una ricerca riguardante lo stato dei dipendenti nel Vecchio Continente.

Lavoro, nessuno peggio di noi: i dipendenti italiani sono i più stressati in Europa

Nessuno peggio dei lavoratori italiani, che sono quelli più stressati a livello europeo. È ben il 63,3% dei lavoratori italiani a considerare il proprio lavoro mentalmente impegnativo o stressante, contro un dato al 55,9% per la media europea. La ricerca Hr & payroll pulse di Sd Worx ha riguardato 16 Paesi europei, considerando 5.625 responsabili delle risorse umane e 16mila dipendenti.

Ciò che emerge dall’analisi è che solo sei lavoratori su dieci in Italia si dichiarano “mediamente soddisfatti” del proprio lavoro (60,6%). E solamente il 49,7% si sente invece coinvolto dalla propria società, contro una media europea superiore al 63%, come sottolinea la direttrice comunicazione di Sd Worx Italy, Alessandra Colao.

I lavoratori italiani sono i più stressati in Ue

Il rapporto evidenzia quindi un altro grande problema del mondo del lavoro, oltre a quello dei salari che sono praticamente fermi. Anzi, per quanto riguarda i salari reali, sono addirittura in calo rispetto al 2008. Tornando sulla ricerca, Colao sottolinea come solo il 12,2% dei lavoratori italiani ha preso nell’ultimo anno un congedo per occuparsi della propria saluta mentale, contro una media europea del 17,5%. Nonostante livelli di stress più alti.

Tra le sfide più urgenti segnalate dai responsabili delle risorse umane a livello europeo a prevalere è il benessere dei dipendenti (27,6%), seguito dalla necessità di una maggiore fidelizzazione e un minor turnover dei dipendenti (24,8%) e dall’acquisizione e il reclutamento di talenti.

In Italia, invece, il quadro è diverso: “Il primo pensiero è alla retribuzione e benefit dei dipendenti (28%) e al secondo posto troviamo il benessere (27%). Questo non sorprende, perché abbiamo un triste primato di costo del lavoro altissimo e siamo il Paese europeo dove sono decresciuti i salari reali dei dipendenti. Al terzo posto, comunque, troviamo la necessità di potenziare il lavoro flessibile (26%)”, conclude Colao.