Lavoro, la piattaforma Siisl non decolla

Aziende assenti, sulla piattaforma Siisl le agenzie private dominano e i Centri per l'Impiego restano esclusi dal sistema.

Lavoro, la piattaforma Siisl non decolla

Annunciata come la svolta tecnologica del mercato del lavoro, Siisl (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) si sta rivelando l’ennesima piattaforma inefficace, un’operazione di maquillage governativo che non risolve il problema strutturale dell’occupazione in Italia. E i numeri lo dimostrano: oltre l’85% degli annunci di lavoro proviene da agenzie interinali, le aziende latitano, e i Centri per l’Impiego – coloro che dovrebbero gestire il flusso degli occupabili – non hanno nemmeno accesso al sistema.

Una promessa tradita

Dal 18 dicembre 2024 la piattaforma Siisl è accessibile a tutti, dopo una prima fase dedicata ai percettori dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro. L’idea di fondo era ambiziosa: digitalizzare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, facilitando la ricollocazione di chi ha perso un impiego o cerca una nuova occupazione. Peccato che, a distanza di mesi, lo strumento si stia rivelando un’illusione.

Gli utenti segnalano problemi su tutta la linea: interfaccia obsoleta, incapacità di caricare il curriculum in formato digitale (ogni informazione deve essere inserita manualmente), e un algoritmo di “affinità” che suggerisce offerte improbabili. Il risultato? Un giornalista che si iscrive alla piattaforma può trovarsi proposto per un impiego in una macelleria, con un’affinità del 37%.

Il Siisl diventa un feudo delle agenzie private

L’idea iniziale della ministra del Lavoro Marina Calderone era quella di creare un mercato del lavoro moderno con strumenti digitali avanzati. Nei fatti, Siisl è diventata il megafono delle agenzie interinali: oltre l’85% delle offerte pubblicate sono di società private, che utilizzano la piattaforma come un altro canale di promozione delle proprie vacancy. E le aziende? Molte non hanno ancora caricato un solo annuncio. Risultato: un disoccupato potrebbe risparmiare tempo semplicemente cercando lavoro su Indeed o LinkedIn.

Il paradosso dei Centri per l’Impiego

Nel frattempo, i Centri per l’Impiego (Cpi), teoricamente gli attori chiave per il funzionamento della piattaforma, non possono accedervi. Un paradosso amministrativo che la Funzione Pubblica Cgil ha già denunciato: senza strumenti adeguati, i Cpi saranno travolti dalle richieste senza poter offrire un supporto concreto. Il rischio è che la piattaforma, anziché semplificare l’accesso al mercato del lavoro, diventi un ostacolo in più per chi ha bisogno di un impiego.

Siisl, un’altra piattaforma inutile?

Il copione è noto: prima di Siisl ci sono state Borsa Lavoro, Click-lavoro, MyAnpal e altre piattaforme che avrebbero dovuto rivoluzionare il mercato del lavoro. Tutte naufragate nel mare dell’inefficienza pubblica. Il problema non è la digitalizzazione in sé, ma l’assenza di un’infrastruttura reale dietro lo schermo: servirebbe un sistema di pre-selezione delle candidature, un vero incrocio tra domanda e offerta e una supervisione pubblica che impedisca alle agenzie private di monopolizzare la piattaforma.

Ma niente di tutto questo è stato previsto. Per ora, Siisl è poco più di un’anagrafe del lavoro: un posto dove registrarsi per non perdere il sussidio, senza reali prospettive di impiego. E mentre il governo si vanta dell’ennesima riforma, i disoccupati continuano a cercare lavoro altrove.