Lavori che ti consentono di viaggiare: quali sono?

Viaggiare per lavoro può essere una necessità, un’ambizione o una scelta di vita. In questo articolo, analizziamo le professioni che permettono di viaggiare più frequentemente.

Lavori che ti consentono di viaggiare: quali sono?

Il viaggio è solitamente indicato come una delle esperienze più piacevoli che si possano fare nella vita ed è decisamente raro incontrare persone che non amino prendere un aereo almeno una volta all’anno alla ricerca di luoghi e culture nuove, di relax o di attività adrenaliniche. In un mondo sempre più connesso, sono aumentate sensibilmente anche le opportunità per viaggiare grazie al lavoro, alimentando nuovi stimoli e possibilità di crescita, ma anche qualche inevitabile fatica. 

Sono tante, oggi, le persone alla ricerca di lavori che richiedano di spostarsi frequentemente in patria o all’estero, ma il punto di partenza per l’assunzione in ambiti professionali di questo genere sono sempre due: un buon curriculum vitae e la lettera di presentazione. Se il CV rappresenta il biglietto da visita per definizione, ovvero il documento con cui catturare l’attenzione e l’interesse dei recruiter, la lettera di presentazione, anche in inglese per porre in risalto le proprie competenze linguistiche e incrementare le possibilità di viaggiare lavorando, è un testo personale nel quale far leva sulle motivazioni, sulle esperienze e su alcuni tratti del proprio carattere per convincere chi deve assumere. In questo articolo vediamo quali sono le professioni che consentono di viaggiare con una certa frequenza.

Come cominciare a viaggiare per lavoro

Una delle prime cose da fare quando si avverte la necessità di viaggiare, anche con un’occupazione stabile, è verificare la possibilità di svolgere la stessa mansione in altre città, magari in sedi estere. L’alternativa, quasi inevitabilmente, è quella di cambiare carriera, scegliendo ruoli che prevedano spostamenti frequenti.

La grande opportunità di questo periodo storico, però, è rappresentata dal lavoro freelance: esso può garantire libertà totale, ma inevitabilmente richiede anche una certa organizzazione. Per avviare questa esperienza, è indispensabile pianificare con cura la propria attività, dai requisiti legali alla formazione. La certezza, in ogni caso, è che la possibilità di trasformare il mondo nel proprio ufficio è davvero dietro l’angolo.

Accoglienza e ospitalità

Uno degli ambiti professionali nei quali è molto comune viaggiare lavorando è quello dell’accoglienza e dell’ospitalità, con l’opportunità di essere sempre a diretto contatto con le persone. Chi opera in questo campo può facilmente essere impiegato in strutture ricettive come alberghi e ostelli, ma c’è spazio anche in ristoranti e locali. Anche per questo, si tratta di una mansione molto dinamica che, fra gli altri vantaggi, vanta anche una certa mobilità e possibilità di assunzione, specialmente quando si può far leva sulla conoscenza di più di una lingua straniera.

Molte persone, specialmente in giovane età e più frequentemente donne, passano anche attraverso anche l’au pair: si tratta di un’esperienza che consente di avere vitto e alloggio all’estero, oltre a un compenso mensile, in cambio della cura dei figli e della casa stessa.

Lingue, traduzioni e interpretariato

Per viaggiare mentre si lavora è pressoché indispensabile una buona conoscenza di una o più lingue straniere, ma in alcuni casi l’utilizzo della lingua tende addirittura a coincidere con la professione stessa. Gli interpreti, per esempio, possono rappresentare una grande risorsa per contesti fra i più disparati: dagli incontri periodici di aziende multinazionali o con reti internazionali ai convegni su materie specifiche, ma anche fiere, mostre ed esibizioni itineranti. 

Allo stesso modo, gli insegnanti di lingua al di fuori dei più classici circuiti scolastici hanno la possibilità di spendersi anche privatamente in diversi modi, facendo della propria passione il mezzo ideale con cui poter esplorare il mondo, ma anche i mediatori linguistici e culturali e i traduttori possono sfruttare le proprie competenze in maniera molto simile.

Il settore del commercio

La globalizzazione prima e la digitalizzazione poi hanno offerto nuove prospettive a diversi professionisti del settore del commercio, per i quali, molto spesso, viaggiare è diventata una sorta di abitudine. Il mondo della consulenza, per esempio, consente di entrare in contatto con aziende dislocate qua e là e non di rado chi opera in questo campo è chiamato a dover raggiungere le sedi fisiche con una certa regolarità e, quindi, con trasferte frequentissime.

Nello stesso microcosmo lavorativo, però, ci sono anche altre figure spesso in trasferta di lavoro: i rappresentanti commerciali e i manager di aziende multinazionali. I primi sono direttamente coinvolti nella promozione e nella vendita di prodotti e servizi e, per farlo, devono incontrare clienti con una certa frequenza, oltre a curare con grande attenzione le relazioni commerciali, mentre i manager hanno spesso la necessità di coordinare grandi progetti su scala internazionale.

Il mondo dei trasporti

Anche molti impiegati nel settore dei trasporti non possono fare a meno di viaggiare molto. Il lavoro più riconoscibile in questo senso è quello del pilota di aerei commerciali, che si occupa del trasporto di persone e merci su rotte nazionali e internazionali e, per forza di cose, soggiorna abitualmente in città diverse da quelle di residenza, ma ci sono anche gli assistenti di volo, impegnati a garantire la sicurezza e il comfort dei passeggeri aerei.

Si può viaggiare molto anche senza pilotare aerei, comunque: negli ultimi anni, per esempio, la rete dei bus ha conosciuto una certa espansione, collegando città anche distanti e offrendo nuove opportunità per viaggiare a basso costo. Gli autisti di bus, specialmente per le compagnie che offrono lunghe percorrenze, possono vivere esperienze non troppo diverse da quelle dei piloti. Molti professionisti, invece, lavorano in ambito marittimo su navi mercantili o navi da crociera: entrambe le figure tendono a trascorrere molto tempo lontani da casa.

Il turismo, un settore in costante crescita

Coerentemente con la maggiore disponibilità e accessibilità di mezzi per spostarsi da una parte all’altra del mondo, il settore del turismo sta continuando a crescere e offre opportunità per diverse figure professionali. La guida turistica, per esempio, viaggia frequentemente per progettare o coprire itinerari diversi in diverse località e raccontare l’arte, la storia, la cultura dei luoghi e delle principali attrazioni ai visitatori. In alcuni casi, specialmente per i viaggiatori che si affidano ai pacchetti turistici, esiste anche la figura dell’accompagnatore turistico che segue anche tutta la logistica del viaggio.

L’animatore, invece, organizza attività ricreative di vario genere nelle strutture ricettive, nei villaggi turistici o anche a bordo delle navi da crociera: chiaramente, si tratta di un’altra figura professionale che viaggia spesso e le località possono essere molto diverse anche in base alla stagione. Infine, c’è l’agente di viaggi: la professione comprende una parte di lavoro più tradizionale in ufficio, ma consente di viaggiare spesso per formazione e per una migliore conoscenza delle destinazioni, delle strutture e dei servizi da proporre ai clienti. 

La cooperazione internazionale, lo sport e le arti

Anche chi lavora nel campo della cooperazione internazionale tende a viaggiare con grandissima frequenza. In questo settore rientrano figure come gli operatori umanitari, spesso in contesti non semplici e poco “battuti” dalle rotte turistiche, ma anche i project manager e gli esperti di sviluppo, specialmente nelle aree in crescita. Se per questo tipo di mansioni è richiesto spirito di adattamento e, inevitabilmente, anche una forte motivazione sociale, altri professionisti di tutt’altra natura spesso in trasferta sono gli sportivi.

Lo sport è, per sua stessa definizione, una lingua internazionale. Per tale ragione, gli atleti professionisti, insieme ad allenatori, fisioterapisti, arbitri e chiunque orbiti intorno a questo mondo, compresi i telecronisti sportivi, viaggiano con grandissima regolarità per lavoro. L’esempio più emblematico è quello del tennis, la cui stagione sportiva è chiamata addirittura “tour”, un po’ come quello degli artisti musicali che saltano da un palco a un altro per far ascoltare le proprie canzoni o di altre attività legate al mondo dell’arte e itineranti per loro stessa natura.

Il nomadismo digitale

Quello del cosiddetto “nomadismo digitale” è un fenomeno relativamente giovane, spesso discusso in termini di ricadute sul territorio, ma che esercita comunque un enorme fascino su platee sempre più ampie di lavoratori giovani e non solo. Più che una moda, il nomadismo digitale è così attrattivo perché somiglia a un’autentica scelta di libertà: si tratta di un lavoro da remoto, “in smart”, senza la necessità di rimanere legati a un luogo specifico, con la possibilità di coniugare la propria crescita professionale e l’esigenza di scoperta del mondo. 

La maggior parte delle professioni svolte dai nomadi digitali ha a che fare con il mondo creativo e col tech: grafici e copywriter, esattamente come i social media manager, i programmatori e i lavoratori nel mondo del digital marketing hanno la possibilità di lavorare comodamente da qualsiasi angolo del mondo, semplicemente potendo contare sul proprio PC e, naturalmente, anche su una buona connessione. Non sono, però, gli unici lavori che ben si sposano con questo stile di vita: anche gli insegnanti, in particolare se di lingua, alcune tipologie di consulenza e gli impiegati dei customer service possono operare in tutta serenità da una spiaggia, un rifugio o un villaggio.

Conclusione

Quelli che abbiamo analizzato sono alcuni dei lavori più comuni con i quali viaggiare può diventare un’abitudine. Viaggiare per lavoro, infatti, è diventata una condizione molto più comune rispetto a qualche anno fa e per tanti professionisti, oggi, si tratta di una vera e propria scelta di vita che porta in dote anche diverse occasioni di crescita culturale e umana, oltre che professionale. Come per molti altri aspetti della vita, non si tratta di una routine adatta né consigliabile a tutti, anche perché comprende dei sacrifici: viaggi, valigie, fusi orari, persino un po’ di comprensibile “saudade”, a volte. Tuttavia, è sempre utile sapere che le possibilità di cambiare radicalmente il rapporto col proprio lavoro sono molteplici e, potenzialmente, anche alla portata di tutti… o quasi.

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