“Non siamo soddisfatti e ci sentiamo offesi per la proposta che Windtre ha avanzato, una proposta fatta evidentemente solo per evitare che la causa intentata potesse proseguire”. Alessandro Gallina è uno dei circa cinquanta lavoratori che ieri dalla Sicilia si sono presentati al Tribunale del lavoro di Milano per l’udienza che vede i 221 lavoratori disabili del Consorzio Sintesi contro il colosso delle telecomunicazioni. I lavoratori per 17 anni hanno svolto attività di call center presso la cooperativa affidataria in convenzione Consorzio Sintesi.
Windtre si era rivolta alle Regioni Sicilia e Campania per comunicare la propria volontà di stipulare una nuova convenzione con altra cooperativa, venendo meno a quanto sottoscritto nella convenzione con la cooperativa, le due Regioni e i Cpi di competenza territoriale.
I lavoratori siciliani e campani, attualmente in CIGS, si sono così rivolti al tribunale milanese per veder riconosciuto il loro diritto all’assunzione derivante dalla legge n° 68/99. La Regione Sicilia nei molteplici incontri con la multinazionale ha richiesto l’applicazione della clausola contrattuale, riportata e sottoscritta da Windtre nelle diverse convenzioni e nel contratto di commessa, con la quale l’azienda di telecomunicazioni era obbligata ad assumere il personale coinvolto alla scadenza del 31/12/23.
“Oggi al tribunale non siamo solamente presenti come testimoni di un torto subito, ma anche come simbolo di una lotta per i propri diritti e la propria dignità”, dice Gallina. “Il nostro sacrificio non è solo morale, ma anche fisico: molti di noi hanno dovuto superare enormi ostacoli per essere qui oggi, eppure la nostra presenza è un segno tangibile della nostra determinazione e del nostro impegno per una giustizia equa e inclusiva”.
L’irricevibile proposta di Windtre
I legali di Windtre in udienza avevano anche proposto un contratto di sei anni, senza che i lavoratori al termine possano vantare l’obbligo assunzionale. E proposto inoltre di applicare il contratto delle cooperative sociali (con una retribuzione decurtata del 30%). Proposte irricevibili dai lavoratori. La prossima udienza è stata fissata il primo ottobre.