L’attacco al Mezzogiorno del governo Meloni e della sua maggioranza è sempre più forte ed evidente. L’autonomia differenziata, ossia la secessione dei ricchi per un nuovo centralismo burocratico-affaristico, rappresenta il colpo finale alla possibilità di ridurre le discriminazioni e le disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese. Avremo diritti di serie A e di serie B, anzi senza i soldi per i livelli essenziali delle prestazioni avremo la serie C, con risorse destinate sempre di più al settentrione, indegne gabbie salariali con medici, professori e poliziotti per fare alcuni esempi, che guadagneranno più al nord che al sud.
Hanno sottratto soldi dal Pnrr destinati al mezzogiorno, con la scusa che non si sarebbero spesi e poi dicono che rifinanzieranno con fondi per la coesione, cioè quelli già destinati al Sud per altri obiettivi (come i giocatori delle tre carte). Hanno tolto il Reddito di cittadinanza che serviva per far respirare le fasce più deboli del Paese che sono soprattutto dalle nostre parti. Hanno eliminato le zone economiche speciali che stavano cominciando a funzionare per valorizzare le aree territoriali e che avevano anche contribuito a risolvere la questione Whirlpool.
Non hanno messo in campo, nemmeno nella legge di bilancio, alcuna politica industriale, incentivi per l’occupazione e misure per i giovani che potessero almeno rallentare la fuga di cervelli che diventano invece capitale umano per le industrie del nord. I meridionali sono storicamente considerati merce da sfruttare. Hanno realizzato le condizioni per far colonizzare il mezzogiorno dalle multinazionali dell’energia in modo tale da sfruttare il nostro territorio. Per non parlare poi della truffa del ponte sullo stretto dove per trovare le risorse per un’opera che non si farà mai, le hanno prese dai fondi destinati con altre misure alla Sicilia e alla Calabria per infrastrutture, servizi essenziali, contrasto alle disuguaglianze sociali e ambiente.
Un governo contro il Sud che punta a disgregare il Paese, che non sostiene le imprese che investono nel mezzogiorno, che non arresta le delocalizzazioni industriali, da ultimo con il rischio della chiusura di Stellantis a Pomigliano, ed utilizza le nostre terre come bacino elettorale in cui i diritti sono privilegi che ci concede il potere e le persone suddite da tenere rassegnate in una perversa logica di appartenenza ai poteri.
Si deve consolidare una sana, robusta e pacifica ribellione costituzionale di fronte a questi traditori della patria e del Sud.