L’associazione We are Milano nata per fare affari con l’Inter

Riciclare il denaro sporco; eludere il fisco e far uscire gli ultras interisti dal carcere. Questi gli scopi occulti dell'associazione che spediva i bonifici all'Inter

L’associazione We are Milano nata per fare affari con l’Inter

Un’associazione senza scopo di lucro. Formalmente, ma che invece di lucro ne creava moltissimo, almeno per i capi della curva dell’Inter, prima che finissero dietro le sbarre, visto che, per i pm, permetteva il riciclaggio di denaro ottenuto con i traffici illeciti; rendeva possibili i rapporti economici con la società Inter per l’acquisto di migliaia di biglietti e tessere da rivendere a prezzi maggiorati; agevolava le scarcerazioni degli ultras finiti dietro le sbarre. È la “We Are Milano ETS”, fulcro economico e organizzativo di tutti i traffici gestiti dal luglio del 2020 (anno di fondazione) dai capi della Nord, Vittorio Boiocchi e, dopo il suo omicidio, dal “triunvirato” Andrea Beretta, Antonio Bellocco e Gianfranco Ferdico.

A ricostruire il ruolo della “We Are Milano” le 568 pagine dell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro che lunedì ha decapitato i vertici delle curve di Inter e Milan. A rappresentare legalmente e a gestire l’associazione era la 41enne Debora Turatiello, anche lei finita in manette, ma ai domiciliari, lunedì.

L’Associazione che non aveva mai pubblicato un bilancio

L’associazione che ufficialmente si occupa di “effettuare raccolte fondi per attività a scopo ricreativo e benefico (…) anche con l’organizzazione di eventi…”, aveva la sede a Pioltello, nel negozio “Milano siamo noi”, locale dove si vende il merchandising della curva dell’Inter marchiata “CN69” (acronimo di Curva Nord 69). La We are Milano non ha mai depositato alcun bilancio né risulta iscritta al Registro Unico del terzo Settore.

Gli obiettivi nascosti dell’organizzazione

Nelle intenzioni iniziali, l’associazione avrebbe avuto lo scopo di dare una veste formale a tutte quelle iniziative utili alla promozione ed al sostentamento del mondo ultras milanese coinvolgendo anche gli ambienti del tifo organizzato riconducibili alle compagini dell’hockey su ghiaccio (Milano Bears) e del basket (Olimpia Milano).

Per gli investigatori, invece, avrebbe avuto tre obiettivi principali:

“1) costituire una “facciata legale” da utilizzare dalla Curva per poter dialogare, in primis, con la Società che, altrimenti, non potrebbe intrattenere alcun tipo di rapporto con la tifoseria ultrà, come imposto dalla vigente normativa;

2) rappresentare una idonea figura giuridica atta a promuovere iniziative, feste, dibattiti, eventi di beneficenza, il cui scopo ultimo è comunque quello di garantire introiti al sodalizio, anche attraverso l’investimento di denaro di dubbia provenienza o lo sfruttamento artificioso degli sgravi fiscali contemplati, ad esempio, nelle iniziative di beneficenza e nel mondo di ciò che formalmente dovrebbe essere “no profit”;

3) costituire uno strumento di supporto per agevolare, in caso di necessità degli appartenenti alla Curva, le richieste presso le competenti Autorità Giudiziarie di concessione di misure alternative alla detenzione in caso di pene da espiare o di restrizioni cautelari da osservare”.

Dalle sue casse centinaia di migliaia di euro all’Inter

Di sicuro, per le casse della “We are Milano” passano centinaia di migliaia di euro. Gran parte finiti nelle casse dell’Inter. Tra il 2020 e il 2022, annotano gli investigatori, sui suoi conti movimenta 433.015,79euro. Per gli inquirenti “l’esame della documentazione (…) ha evidenziato molteplici operazioni di interesse investigativo con controparte la società sportiva Fc Internazionale Milano S.p.A., aventi ad oggetto la compravendita di biglietti per eventi sportivi per complessivi euro 174.522,00. Dette operazioni, risultano caratterizzate da acquisti effettuati dall’Associazione con contestuali versamenti in contanti”, riporta il Gip.

Il 28 febbraio 2022, per esempio, bonifica all’Inter 17.500 euro per i biglietti di Liverpool-Inter; 30.800 il 5 maggio successivo e ulteriori 21.700 quattro giorni dopo per 1500 tagliandi di Coppa Italia; e ancora 14.860 euro il 26 ottobre 2022 per Inter-Monaco.

Il modo “legale” per avere rapporti con l’Internazionale. Che non si è mai accorta di nulla

Tutte operazioni che non hanno mai suscitato alcun interrogativo nei dirigenti dell’Inter. Anzi. Il 15 marzo scorso la Commissione comunale antimafia di Milano convoca, per avere informazioni su possibili infiltrazioni nella curva, l’avv. Adriano Raffaelli (Presidente dell’Organismo di vigilanza e garanzia dell’Inter) e Gianluca Cameruccio (Senior Security Manager della società).

Interrogato sui rapporti tra Inter e We Are Milano, Raffaelli risponde: “Quindi chi sia “We are Milano” noi lo sappiamo non perché “We are Milano” sia questo schermo attraverso il quale clandestinamente gli Ultrà della curva ci parlano, ma perché è pubblicamente noto. Ce ne siamo resi conto attraverso fonti aperte che sono facilmente accessibili anche a voi. Meno che mai sappiamo chi siano i legali rappresentanti di questa “We are Milano” con la quale peraltro, ripeto, non abbiamo bisogno di parlare”.

“Quindi quando leggiamo nell’articolo che vi sarebbe un ente del terzo settore che è lo strumento attraverso il quale l’Inter parla con la Curva Nord, perché la Curva Nord non può parlare direttamente, We are Milano si dice una cosa che è semplicemente al di fuori del sistema delle regole dell’ordinamento calcistico italiano che sono molto più semplici”, conclude Raffaelli.

Centinaia di migliaia di euro elusi al fisco

A confermare che l’Associazione sia anche uno strumento per eludere il fisco è l’intercettazione di un ex capo della curva interista, Ivan Luraschi, che parlando con un amico dell’hockey su un futuro evento comune, spiega: “Calcola che magari faremo comunque figurare l’evento (incomprensibile) scopo benefico poi i soldi li tiro fuori io non è un problema, però  faccio rientrare la pezza in un evento per l’associazione che rientra nella logica di promozione della cultura popolare legata”.

E ancora: “Tanto ho dei soldi da Dani che tanto poi mi arrivano anche da altre cose, faccio figurare che in occasione dell’evento denominato festa dei 10 anni Panca Punti, Club storico dell’Hockey Milano, sono stati raccolti, in virtù della collaborazione con l’associazione: 100 euro che vengono devoluti… io poi darò i 100€, loro mi danno una ricevuta Caramella Buona (associazione contro la pedofilia riconducibile al movimento di estrema destra Lealtà e Azione, ndr) (incomprensibile) interessi del… del versamento o faccio il bonifico o metto il bonifico come fai tu, no? che la ricevuta (incomprensibile, ndr) conto e sono a posto. Ho fatto beneficenza, ho fatto un evento e quindi sto facendo quello che naturalmente fa l’associazione”.

L’infiltrazione nella Comunità Exodus di Don Mazzi

Circa l’offerta di misure alternative alla detenzione, è emerso che We are Milano aveva stretto contatti finalizzati ad una stabile collaborazione con la Comunità Exodus di Don Antonio Mazzi. Il referente principale nella comunità è E.S., “fra i responsabili di una cooperativa, la 4Exodus, nata da una costola della Onlus di Don Mazzi”.

Tra E.S. e Beretta, annotano gli investigatori, “è emerso un rapporto particolarmente confidenziale, improntato al reciproco scambio di favori”. Dalle intercettazioni, infatti, “si evince che E.S. si rende disponibile ad interessarsi per far ottenere misure alternative alla pena detentiva a conoscenti ed amici del Beretta e del Boiocchi, ottenendone in cambio favori come, ad esempio, maglie firmate dai giocatori per i propri familiari o la “prelazione” per la propria cooperativa sull’eventuale donazione devoluta dalla curva a seguito iniziative benefiche”.